Ricchi sempre più ricchi. Nel 2023 nella zona euro, il numero di banchieri che hanno guadagnato oltre un milione di euro è salito a 2.122,il 5,21% in più rispetto ai 2.017 milionari del 2022.
Al lato opposto, nelle società di investimento il numero di dipendenti con redditi oltre il milione è diminuito del 32% scendendo a 221 persone da 325 del 2022.
Eba: top manager sempre più ricchi
Così un’analisi dell’Autorità Bancaria Europea (Eba) del 2023 che mette in evidenza dati significativi sulle persone con redditi elevati nel settore finanziario dell’Unione Europea, rivelando he per i banchieri ad alto reddito il rapporto medio ponderato tra retribuzione variabile e fissa è salito all’87,8%, mentre il rapporto medio e’ sceso al 304,8% per i percettori di reddito elevato delle imprese di investimento, per i quali i limiti al rapporto tra remunerazione variabile e fissa previsti dalla normativa Ue non si applicano piu’ a partire dal 2021.
La situazione in Italia
In Italia, nel settore bancario e nelle società di investimento, secondo il report dell’Eba, i percettori di retribuzione di un milione di euro l’anno o oltre erano 354 lo scorso anno contro i 589 della Germania e i 521 in Francia. In Spagna se ne contano 253, in Olanda 73 e infine in Polonia 11.
Come stanno le banche dell’Ue
L’Autorità di vigilanza bancaria, guidata dallo spagnolo Manuel Josè Campa, ha pubblicato anche il Risk Dashboard relativo al terzo trimestre 2024contenente informazioni statistiche aggregate su un campione di 164 istituti di credito, pari a oltre l’80% del settore bancario della Ue e dello spazio economico europeo.
Dal report emerge che il ritorno sull’equity è aumentato di 20 punti base rispetto al trimestre precedente ed è pari all’11,1% (invariato su base annua). Inoltre il documento precisa che il margine di interesse netto è in lieve calo di 3 punti base a 1,66% rispetto al picco storico segnato nel primo trimestre di quest’anno, mentre il costo del rischio ha continuato a scendere, attestandosi ora a 47 punti base.
Inoltre, i prestiti in essere sono leggermente diminuiti a causa della diminuzione dei prestiti alle società non finanziarie (-1,6%), mentre i prestiti alle famiglie sono rimasti stabili nel corso del trimestre.