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Cresce in Italia l’offerta di case in affitto ma anche il numero di quelle sfitte

Cresce in Italia l’offerta di case in affitto, ma sono oltre 10 milioni le case sfitte, circa il 30% delle abitazioni censite. Numeri in continua revisione da parte dell’Istat, ma che evidenziano un problema annoso per il nostro Paese. Così emerge da una ricerca condotta da Domeo, piattaforma online che supporta proprietari, inquilini e professionisti del settore immobiliare nei processi di affitto.

Il mercato delle locazioni in Italia secondo Domeo

Con più di €5,8 miliardi spesi in canoni di affitto, il fenomeno delle locazioni in Italia, vede attualmente una percentuale cresciuta del 10% in cinque anni ma, escludendo le cifre destinate agli affitti brevi, e si è ulteriormente accentuata nel 2023 con picchi del 5,2%, perfino nei piccoli comuni a non alta tensione abitativa che spesso hanno dinamiche di crescita dei canoni piatte o negative.

Forte è la differenza  tra famiglie in affitto e famiglie con immobili di proprietà, dove le prime mostrano una percentuale di povertà raddoppiata. In particolare nelle regioni del Sud, questo numero triplica e addirittura in alcune zone quadruplica.

Secondo una recente analisi condotta da idealista, il portale immobiliare leader per lo sviluppo tecnologico in Italia, la quota del reddito familiare necessaria per l’acquisto di un’abitazione è aumentata di un punto percentuale nell’ultimo anno, raggiungendo il 19,5%. Allo stesso tempo, la percentuale del reddito familiare richiesta per la locazione è salita di oltre 2 punti percentuali, arrivando al 26,8% nel primo trimestre del 2024. Lo studio prende come riferimento appartamenti con due camere da letto e fotografa l’impegno economico richiesto per la casa da parte delle famiglie italiane.

Sempre più costoso affittare casa

Un’altra indagine, condotta da idealista, sottolinea lo sforzo economico richiesto oggi per comprare, ma anche per affittare casa. Nel dettaglio, l’impegno finanziario delle famiglie italiane per l’affitto cresce in numerose città italiane nell’ultimo trimestre, precisamente in 60 capoluoghi sugli 82 monitorati in questo report.

Sei città italiane superano il 30% consigliato dagli esperti per lo sforzo nell’affittare una casa con due camere da letto. Firenze si distingue con la percentuale più alta, raggiungendo il 42,8% del reddito familiare necessario per affittare, seguita da Como (42,4%), Napoli (41,2%), Milano (41%), Venezia (38,8%) e Brescia (30,5%). Al di sotto di questi livelli, ma comunque sopra la media nazionale, troviamo Barletta (29,5%), Bolzano (28,6%), Padova (27,7%) e Cagliari (27,6%).

Complessivamente, 78 capoluoghi italiani presentano un tasso di sforzo per la locazione inferiore alla media nazionale del 26,8%, con Bologna (26,6%) e Roma (26,5%) in testa di una lista che vede Enna e Vibo Valentia le città meno onerose per le tasche degli inquilini, richiedendo solo l’11,9% del reddito familiare da destinare all’affitto.

Nel contesto dei principali mercati urbani, l’impegno finanziario per l’affitto è cresciuto nell’ultimo anno a Napoli (8,4%) e Torino (3,4%), mentre è diminuito a Milano (1,8%) e in particolare a Roma (-5,7%).

Guardando alle province, ben 24 aree superano la media nazionale del 26,8% per la quota di reddito familiare destinata all’affitto. La provincia di Ravenna spicca per richiedere il maggior sforzo alle famiglie, con una media del 52,7% del reddito da destinare per l’affitto. La seguono Lucca e Milano, rispettivamente con il 50% e il 46,1%. Le variazioni superiori alla media italiana spaziano dal 36,4% di Firenze al 27% di Teramo. Al contrario, lo sforzo minore è richiesto nelle province di Biella (12,1%), Terni (13,2%) e Alessandria (13,7%).