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Crediti deteriorati: solo l’8% è riconducibile ai consumatori

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Crediti deteriorati: solo l’8% è riconducibile ai consumatori

A giugno 2020 si registra un miglioramento del tasso di default delle imprese, specie per le persone giuridiche e per le società di capitali. In particolare, le prime presentano un tasso di default compreso tra 2,5% e 3,5%, mentre per le persone fisiche questo è inferiore al 2%, seppur in crescita sotto la pressione dello shock economico causato dalla pandemia.

Così emerge dalla Prima edizione dell’Osservatorio CRIBIS Credit Management sugli NPE secondo cui considerando l’andamento degli stock di mercato degli NPE tra dicembre 2015 e giugno 2020, si evidenzia un trend decrescente delle posizioni deteriorate, che passa da circa 300 miliardi di euro a poco più di 110 miliardi, con una riduzione più consistente tra il 2017 e il 2018.

Crediti deteriorati: 3/4 sono delle società imputabili

La suddivisione in base alla tipologia di soggetti non finanziari mostra che il 77% dei crediti deteriorati presenti sul mercato a giugno 2020 è imputabile alle Società non Finanziarie (cioè società di capitali, società di persone e società semplici o di fatto con più di 5 addetti), con uno stock in netta contrazione rispetto a dicembre 2015, dovuto principalmente alla riduzione delle sofferenze.

Alle Famiglie produttrici (che comprendono imprese individuali e società semplici) è invece imputabile l’8% dello stock di crediti deteriorati rilevato a giugno 2020, mentre alle Famiglie consumatrici è riferibile il rimanente 15% dello stock. Come commenta Alberto Sondri, Executive Director CRIBIS Credit Management:

“Con l’Osservatorio NPE intendiamo fornire una panoramica strutturata sulle dinamiche evolutive della gestione dei crediti deteriorati. Trattandosi di un nuovo osservatorio CRIF, sarà caratterizzato da un approccio quantitativo e andrà a sfruttare tutto il patrimonio informativo del Gruppo, utile per analizzare in profondità lo specifico ambito. La cadenza di pubblicazione sarà semestrale in modo da fornire aggiornamenti sui trend dei principali indicatori e corredare l’analisi quantitativa con focus sui principali elementi di novità, normativa e gestionale. Rispetto ad altre analisi già disponibili sul mercato, CRIF intende dare una visione complessiva partendo dall’origination dei crediti deteriorati con un focus sull’evoluzione del rischio di credito, sia in termini di flusso che di stock degli NPE, per poi approfondire tematiche più tipicamente legate alla gestione stragiudiziale e giudiziale”.