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Crash petrolio: e la benzina costa meno dell’acqua (non in Italia)

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ROMA (WSI) – E se la benzina venisse a costare meno dell’acqua in bottiglia? Coi tempi che corrono quella riportata dal Telegraph sembra più che una banale provocazione. Dai massimi dell’estate scorsa il Brent è passato dai 115 dollari al barile sino a sfondare ieri il pavimento dei 30 dollari. Non accadeva dal 2004.

Tanto che ora la società britannica Rac, attiva nei servizi agli automobilisti, ritiene che la benzina potrebbe venire a costare, nel Regno Unito, 86 pence al litro: meno di quanto non costi “la maggioranza delle marche di acqua minerale vendute nei supermercati”, fa sapere un portavoce della compagnia, Simon Williams. Uno scenario del genere potrebbe concretizzarsi nel caso in cui il petrolio, così come prevede Stardard Chartered – scendesse fino a $10 al barile. E comunque, almeno nel Regno Unito, ci siamo quasi.

Il Telegraph riporta infatti che la benzina verde è scesa al di sotto di 1 sterlina al litro per la prima volta dal 2009, così come anche il diesel.

Difficile che il ragionamento sia valido anche per l’Italia, e comunque anche se il carburante tornasse a 1.14 euro al litro (una mera ipotesi di cambio con le 86 pence) sarebbe sempre più caro della più lussuosa delle acque in bottiglia. Eppure il concetto resta evocativo di questa fase ribassista che non accenna a invertire la rotta.

Gli analisti, infatti, ritengono che i prezzi potranno cadere ulteriormente se le preoccupazioni sullo stato di salute dell’economia globale, unite all’eccesso di offerta dell’oro nero, resteranno lì dove sono.

Com’è noto, il prezzo del petrolio continua a scendere nel mezzo della battaglia per le quote di mercato, battaglia nella quale il cartello Opec dei paesi produttori (che riunisce un terzo della produzione globale) persiste nella politica dei prezzi bassi mirata a danneggiare i competitor occidentali, che debbono fronteggiare maggiori costi d’estrazione.

A questo scenario si aggiunge il ritorno sui mercati internazionali del petrolio iraniano, in seguito al termine delle sanzioni occidentali imposte al Paese che verrà compiuto entro la prossima settimana. L’Iran, che ha già respinto il richiamo dell’Arabia Saudita a limitare la sua produzione aggiungerà 500mila barili a giorno all’offerta globale non appena le sanzioni saranno del tutto rimosse.

Fonte: Telegraph