(9Colonne) – Roma, 7 giu – Sarà di circa 200 miliardi di euro, secondo le prime stime dell’Abi, il potenziale mercato dei covered bond che il sistema bancario italiano riuscirà a soddisfare. È una svolta a portata di mano grazie al via libera sulla nuova normativa che permetterà alle banche di emettere questi strumenti finanziari. Da una prevedibile diminuzione del costo della raccolta di fondi da parte degli istituti di credito è atteso un maggiore sviluppo del segmento dei mutui ipotecari e delle opere pubbliche e un rafforzamento del livello di competitività con i concorrenti europei, attivi già da lungo tempo su questo settore. Tutto ciò con un effetto positivo per i consumatori: in particolare sul miglioramento delle condizioni di finanziamento e sulla possibilità di ottenere scadenze più a lungo termine. L’analisi sulla nuova disciplina di riferimento e sull’impatto che tali strumenti avranno sul mercato è stata al centro del convegno dell’Abi, oggi a Roma, su “Covered bond italiani: parte il mercato delle obbligazioni bancarie garantite”. Abi ha sottolineato che l’importanza dell’emissione di covered bond anche in Italia è finalizzata alla possibilità per le banche di migliorare la propria raccolta – in termini di riduzioni di costi – con l’obiettivo di offrire finanziamenti maggiormente aderenti alle aspettative della clientela. Una strada fondamentale per introdurre i covered bond in Italia, a differenza di altri Paesi che si muovono attraverso rapporti contrattuali, è stata la scelta di fissare le norme necessarie in una specifica legge: questo aspetto è per l’Abi un “punto di forza che conferisce maggiori garanzie legali per investitori e agenzie di rating, creando uno standard operativo per le obbligazioni bancarie garantite subito riconoscibile a livello internazionale”. Le caratteristiche principali dei covered bond rispetto alle normali obbligazioni bancarie sono, appunto, il profilo di rischio molto basso e l’elevata liquidità. Il sistema dei covered bond è utilizzato in 22 Stati europei. Per alcuni Paesi come la Germania sono un’istituzione con una tradizione di oltre 100 anni. In altre realtà invece, ad esempio Gran Bretagna ed Olanda, la struttura di un’operazione di emissione è definita sulla base di specifici accordi contrattuali, sebbene sia in preparazione un vero e proprio testo normativo. Anche gli Stati Uniti, solitamente legati alle cartolarizzazioni, si sono recentemente interessati al sistema dei covered bond ed hanno realizzato le prime emissioni.
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