Economia

Corsa agli sportelli in Europa: 326 miliardi prelevati in un anno

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Francoforte – La corsa ai depositi è partita in Europa. Non bastano le rassicurazioni di Mario Monti, il premier italiano, sugli sviluppi della crisi del debito né il piano firmato da Mario Draghi, presidente della Bce. Dalla Spagna al Portogallo, dall’Irlanda alla Grecia è allarme rosso. Secondo un sondaggio Bloomberg nell’arco dell’ultimo anno, esattamente da luglio 2011 a luglio 2012, sono stati prelevati agli sportelli delle principali banche del Sud Europa qualcosa come 326 miliardi di euro.

E’ una situazione che non solo sta mettendo a repentaglio il rilancio della crescita economica, ma che mina un principio basilare su cui si fonda la moneta comune: quello del sistema finanziario integrato. Il punto è semplice e lo spiega bene un articolo di Bloomberg: l’erosione dei depositi nelle banche portoghesi, spagnole, irlandesi e greche è coinciso con un aumento di circa 300 miliardi di euro sui conti correnti degli istituti delle nazioni considerate il cuore della zona euro, ossia Germania e la Francia.

Per gli esperti di mercato il segnale è inequivocabile. E’ in atto una frammentazione del sistema bancario su due livelli che blocca la ripresa economica e spinge la politica europea della Banca centrale nel tunnel del terzo anno di crisi del debito. Lo ammette senza problemi Alberto Gallo, a capo del team della ricerca crediti di Royal Bank of Scotland Group. “La fuga di capitali sta portando alla disintegrazione della zona euro e una divergenza fra la periferia e il cuore dell’eurozona”.

Non a caso aggiunge “Le aziende pagano da 1 a 2 punti percentuali in più per prendere in prestito denaro nei Paesi della periferia. Non è possibile ottenere una crescita con una simile divergenza”. Come dire: nessuna manovra di spending review o di austerity sarà mai in grado di rimettere sui binari giusti l’evidenza dei fatti.