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Coronavirus: i listini che hanno perso di più da inizio anno. E l’indice che si è salvato

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Una cosa che il Covid-19 non ha minimamente intaccato finora è stata la sovraperformance dell’hi-tech americano.
Se tutti i maggiori listini azionari mondiali, mostrano da inizio anno un saldo negativo,  il Nasdaq 100 non solo ha recuperato il terreno perso, ma ha portato il saldo da inizio anno in territorio positivo (+5,4% al 12 maggio).

Tutto ciò avviene nel momento in cui il deficit di bilancio raggiunge livelli record, all’apice del ciclo economico, oltre che nel bel mezzo di una crisi sanitaria, le cui conseguenze economiche sono ancora lungi dall’essere quantificate con precisione.

Non è andata così bene al Dow Jones e allo S&P 500, in calo rispettivamente del 17 e dell’11,5% (alla chiusura di martedì 12 maggio). Peggio è andata al Russell 2000, un indice azionario di società a bassa capitalizzazione, che registra un saldo in rosso da gennaio del 24%,

“Il mese di aprile è stato un mese record per Wall Street, il miglior dal 1987. Questo mentre continuano a susseguirsi una serie di record negativi per quanto riguarda gli indicatori economici a livello globale. Nonostante il forte rimbalzo in USA, la tensione resta alta, come sembra suggerire il future del VIX, ovvero l’indice che misura la volatilità implicita dell’indice S&P500 calcolata attraverso una media ponderata della volatilità prezzata dalle sue opzioni. La curva forward del future, rispetto al contagio di inizio anno (curva rossa) mostra attualmente un mercato in backwardation (curva gialla). Un’inclinazione forse minore di una settimana fa (curva verde) ma pur sempre tipica di un mercato in disequilibrio dal lato della domanda. Ad indicare che gli investitori istituzionali ed hedge funds temono ancora volatilità di breve e dunque sono disposti a pagare caro la copertura” spiega Michele Fanigliulo dell’ufficio studi di Wall Street Italia.

 

Ma a pagare il conto più salato nella tempesta azionaria, scatenata dal coronavirus, sono stati soprattutto i mercati azionari del Vecchio Continente (Stoxx Europe 600 -19,4%, Euro Stoxx 50 -24.5%). E soprattutto Parigi, che spicca in cima alla classifica delle perdite: da inizio anno il Can 40 segna -27%. Segue a ruota Piazza Affari con il Ftse Mib registra una flessone del 26,3% mentre il Ftse 100 di Londra (indice azionario delle 100 società più capitalizzate quotate al London Stock Exchange). Meglio è andata al Dax di Francoforte (-20%). Tra gli indici che hanno limato le perdite spicca il Ftse Star di Milano (-15,5%).

Più ridotte le perdite in Asia: dal primo gennaio l’Hang Seng di Hong Kong e il Nikkei 225 di Tokyo hanno lasciato sul terreno il 14% circa.