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Coronavirus: come l’Italia affronta le crisi uscendone vincente

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L’Italia è da qualche giorno in piena emergenza da coronavirus. Ad oggi il bilancio dell’infezione da Covid-19 nel nostro Paese conta 4 decessi e 212 casi accertati tanto che l’Italia è al terzo posto, allo stato attuale, per numero di contagi.
Secondo gli esperti però tale primato all’Italia è da attribuire a un controllo più capillare su pazienti che presentano sintomi di influenza.

Una situazione in progressiva evoluzione che ha portato il governo ad emanare un decreto-legge di urgenza con una serie di misure per contenere l’infezione.

Le eccellenze italiane nei momenti di crisi

Ma non è la prima volta che il nostro paese di trova ad affrontare un’emergenza e ha saputo, più o meno, trarre il meglio da ogni situazione, mostrando le sue eccellenze al mondo intero.

Partendo proprio dal coronavirus, è stato l’Istituto Spallanzani di Roma il primo ad isolare il virus in Europa dopo Usa, Australia e Cina. Isolando alcuni ceppi del 2019-nCoV sarà possibile “mettere a punto i metodi diagnostici, testare l’efficacia di molecole antivirali conosciute e identificare e potenziare eventuali punti deboli del virus al fine di consentire lo sviluppo di strategie terapeutiche e identificare eventuali target vaccinali” ha affermato Giovanni Rezza Direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’ISS, l’Istituto Superiore di Sanità. Proprio allo Spallanzani inoltre il ricercatore ricoverato per il coronavirus è guarito.

Il ponte Morandi ricostruito in tempi record

Fuori dal campo sanitario, nella storia recente si ricordano alcune tragedie che hanno colpito da vicino la popolazione. Parliamo in primis del Ponte Morandi di Genova, crollato in parte il 14 agosto del 2018 provocando la morte di 43 persone e oltre 500 sfollati. Neanche un anno dopo, a febbraio 2019 è stata avviata la demolizione del viadotto e la ricostruzione è iniziata lo scorso 25 giugno, con posa della prima pietra di questo nuovo ponte. Il sindaco del capoluogo ligure Marco Bucci al CorSera dichiarò:

“Questo è un bel momento simbolico. In meno di otto mesi, dal 25 giugno, giorno della prima gettata, abbiamo tutte le pile pronte ed è un messaggio di efficienza non solo per Genova ma per tutta l’Italia. Ho visto non solo la capacità, ma anche l’orgoglio”.

Enorme invece la frana che nel pomeriggio del 24 novembre scorso ha tirato giù un pilone del viadotto Madonna del Monte sull’autostrada A6, Torino-Savona. A soli 70 giorni dal dissequestro di tutta l’area, è stato inaugurato il nuovo ponte.

Il salvataggio della Costa Concordia

Prima della tragedia di Genova, come non dimenticare il naufragio della Costa Concordia al largo del’Isola del Giglio nella notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012. Da quella sera – quando si inclinò a causa dell’urto contro uno scoglio – la nave da crociera era rimasta adagiata su un fianco all’imboccatura del porto. La Costa Concordia è tornata in assetto verticale 20 mesi dopo il naufragio. L’allora capo della Protezione civile Franco Gabrielli, responsabile dell’operazione, si disse “sorpreso” per la precisione del lavoro svolto.

“Tutta la parte ingegneristica dell’operazione di recupero della Concordia è orgogliosamente italiana”.

Così dichiarò Gabrielli.

Il terremoto in Emilia

Sempre nel 2012 un violento sisma fece tremare la terra in Emilia, la patria di un prodotto simbolo del made in Italy nel mondo, il parmigiano reggiano. Le vittime furono 26 mentre i danni superarono i 12 miliardi di euro, con tanti caseifici messi in ginocchio dal sisma. Tantissime infatti le forme di parmigiano che vennero frantumate, mandando in fumo anni di lavoro.
Ma è da qui che è partita una corsa alla solidarietà tutta italiana. Quelle forme di formaggio vengono comunque messe in vendita e in poco tempo vanno a ruba permettendo così a quelle aziende di riprendersi dopo la devastazione.
Dopo quattro anni, in base ai conti ufficiali del Consorzio del Parmigiano Reggiano, un milione di famiglie, 6 catene distributive, 59 caseifici coinvolti in acquisti e vendite solidali, 380 caseifici impegnati nella raccolta hanno consentito di ricostruire 17 magazzini per 37 caseifici modenesi, reggiani, mantovani e bolognesi.

Storie di eccellenza e solidarietà tutte italiane che in un momento come quello attuale possono solo farci sperare per il meglio.