L’età media dei risparmiatori che si rivolgono all’Arbitro per le Controversie Finanziarie resta piuttosto elevata, il che significa da una parte che vi è una forte concentrazione della ricchezza finanziaria tra i risparmiatori meno giovani e dall’altra di una tuttora molto scarsa capacità da parte delle nuove generazioni di produrre risparmio pensando al loro futuro.
Così si legge nella Relazione annuale presentata dall’ACF nel corso del 2020, anno contrassegnato dall’emergenza sanitaria globale in cui sono stati 1.772 i ricorsi ricevuti, con un incremento del 5,6% rispetto a quelli pervenuti nel 2019.
In particolare, secondo l’Arbitro per le Controversie finanziarie, nel corso degli ultimi tre mesi dell’anno si è registrato un apprezzabile trend al rialzo, con 560 ricorsi ricevuti, corrispondenti a circa un terzo del totale dei ricorsi del 2020, con una media decisamente superiore rispetto alla relazione annuale presentata dall’ACF nel corso del 2020, anno contrassegnato dall’emergenza sanitaria globale.
Secondo la Relazione dell’Arbitro, sono risultati prevalenti i ricorsi provenienti da soggetti residenti nelle regioni del Sud Italia e nelle Isole (44,6%). In linea con l’andamento fortemente crescente dell’ultimo biennio, tra tutte spicca la regione Puglia, che anche nel corso del 2020 ha conquistato il primato per maggior numero di ricorsi fatti pervenire (455, pari al 25,7% del totale).
Controversie finanziarie: chi fa i ricorrenti all’Arbitro
Passando ad analizzare la tipologia dei ricorrenti, anche nel 2020 i ricorsi pervenuti sono stati, pressoché integralmente, trasmessi da persone fisiche (97,6%, a fronte del 2,4% di società ed enti).
Quanto alla ripartizione per genere dei ricorrenti, si conferma il trend degli anni precedenti, con la netta prevalenza di ricorrenti uomini: nel 2020 su un totale di 1.730 ricorsi trasmessi da persone fisiche, 1.113 sono stati uomini (64,3%), 617 donne (35,7%).
Dal punto di vista poi dell’età anagrafica, la massima concentrazione dei ricorrenti si colloca nelle tre fasce dai 45 ai 74 anni (45-54, 55-64, 65-74) che rappresentano nel complesso il 71,1% del totale dei ricorrenti, ma è tutt’altro che trascurabile la percentuale degli over 75 (18,4%).