Economia

Conto corrente, ma quanto mi costi

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L’articolo fa parte di un lungo dossier pubblicato sul numero di gennaio del magazine Wall Street Italia dal titolo The Great Reset relativo al piano di ristrutturazione dell’economia mondiale post Covid.

I rincari bancari non risparmiano nessuno. Di anno in anno le voci di spesa per la gestione del conto corrente continuano a lievitare verso l’alto e anche la via ‘low cost’ dei conti correnti online non è esente da rincari; anzi, a salire maggiormente in termini percentuali sono stati ultimamente proprio i conti online scelti dai consumatori che operano prevalentemente tramite canali virtuali. Nel 2019, stando agli ultimi dati rilasciati da Bankitalia, la spesa di gestione di un conto online è stata pari a 21,4 euro, ossia 5,9 euro in più rispetto all’anno precedente; l’aumento è stato determinato principalmente dalle maggiori spese fisse e, tra queste, dai maggiori canoni di base unitari.

Allargando lo sguardo alla dinamica dei costi negli ultimi anni, dal 2017 al 2019 detenere un conto corrente bancario è divenuto sempre più costoso. L’ultima indagine di Bankitalia rimarca come a diventare sempre più ingenti sono state soprattutto le spese fisse, passate da una media di 52,3 euro annue nel 2017 a 55 euro nel 2018 e 57 euro nel 2019.
L’estratto conto di fine anno è maggiormente indigesto per i clienti più ‘fedeli’: quelli che hanno conti aperti da oltre 10 anni risultano ben il 43,5% del totale (dati a fine 2019) e rischiano di pagare a caro prezzo la scelta di non tradire la propria banca di fiducia e non cercare una soluzione più conveniente sul mercato.
Senza dimenticare che il 15 per cento dei titolari di un conto corrente, ossia quasi 6 milioni gli italiani, dichiara di non conoscere i costi del proprio conto corrente (dati indagine mUp Research e Norstat per Facile.it).

Conto corrente, cambiare per risparmiare

La via maestra per risparmiare è quella di cambiare istituto. Un cliente con un conto aperto da meno di un anno arriva a pagare fino a 50 euro in meno l’anno rispetto a un cliente fedele al proprio istituto da 10 anni (i nuovi utenti pagano in media solo 56 euro, mentre gli utenti fedeli da un decennio 106 euro).
Guardando alle dinamiche più recenti, ossia nel corso del 2020, a livello di costi si conferma l’incremento più accentuato di quelli dei conti correnti online rispetto al 2019 (+29%), mentre per i conti tradizionali il rincaro per i clienti è del +22% (dati Osservatorio SOStariffe).

La spesa media registrata con un conto online nel 2020 risulta comunque ancora inferiore alla metà di quella legata all’utilizzo di un conto tradizionale.  I servizi bancari e finanziari hanno dovuto fare i conti con i cambiamenti causati dall’emergenza Covid. Lockdown e continue restrizioni ai movimenti hanno indotto molti italiani a gestire buona parte delle incombenze quotidiane direttamente dal salotto di casa. Si è così allargata la fetta di utenti disposti a utilizzare i canali digitali, via web o tramite le App, per accedere al proprio conto corrente.
Un cambiamento di abitudini che, stando ad alcuni studi, potrebbe divenire la normalità per una buona fetta di clienti bancari anche una volta superata la crisi. I più aperti al digitale sono certamente i giovani.

Dai dati emersi da una indagine di SOStariffe, nel corso del 2020 è cresciuto del 51% il numero di utenti che si affida ad un comparatore per risparmiare sui costi bancari e poi procede con la sottoscrizione di un conto online. “Questa tendenza è particolarmente marcata nella fascia tra i 18 e i 44 anni e, in particolare, tra gli utenti tra i 25 ed i 34 anni. Tra gli over 45, invece, l’interesse verso i conti online è ancora limitato”, rimarca Alessandro Voci, responsabile Ufficio Studi di SOStariffe.it.

Timori per nuove norme Eba

Per il futuro il rischio è che tale trend si confermi e c’è addirittura chi teme un’accelerazione del ritmo di crescita dei costi di gestione dei conti correnti. Andrà in primo luogo monitorata la novità importante rappresentata dal nuovo regolamento EBA, in vigore da inizio 2021 per tutte le banche europee, che ha introdotto criteri più stringenti per le banche che devono valutare la possibilità di un cliente di ripagare il proprio debito.

Secondo una nota della Banca d’Italia, le nuove norme potranno avere “riflessi sulle relazioni creditizie fra gli intermediari e la loro clientela”. Si teme che tale nuovo scenario inneschi la revoca di molti gli addebiti automatici (RID) per bollette e pagamenti da parte degli utenti nel timore di vedersi i conti bloccati. E di risposta le banche, per rientrare dai minori incassi commissionali, potrebbero decidere di rifarsi aumentando i costi a carico dei clienti.
“Il possibile incremento dei costi di gestione da parte delle banche sarà da valutare in base al modo in cui gli istituti applicheranno le nuove norme – rimarca Voci – . Al momento non rileviamo particolari effetti sui prodotti bancari, ma gli eventuali effetti della nuova normativa andranno valutati monitorando la dinamica dei costi dei conti correnti già nella prima parte dell’anno”.