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Contanti: cosa cambia da gennaio per prelievo cash

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Da gennaio 2022, come abbiamo scritto, scatta il nuovo tetto all’uso dei contanti che scenderà dagli attuali 2000 euro a 1000 euro. I pagamenti coinvolti sono tutti quelli tra soggetti, pubblici, privati di qualsiasi natura o tipo.

Si va dal pagamento di un acquisto fatto in negozio al conto del dentista, o di qualsiasi altro professionista. Anche un semplice pagamento tra due privati. Una misura, pensata  per combattere l’evasione fiscale ma anche le attività illecite, che avrà conseguenze sui prelievi cash.

Vediamo bene cosa cambia. Per capire bene come comportarsi, occorre fare una distinzione: ovvero se a prelevare allo sportello è un privato cittadino o il titolare di un’azienda.

Prelievi cash: cosa cambia

Come spiega Laleggepertutti, per i privati non esiste alcun limite al prelievo di contanti dal proprio conto. Anche se,  quando la somma prelevata in contanti è significativa, è possibile che la banca chieda chiarimenti al proprio cliente circa la destinazione del denaro. Questi dovrà autocertificare, compilando un apposito modulo, per quali spese verranno utilizzati i contanti.

“È chiaro che se si prelevano più di mille euro e si dichiara di dover pagare un fornitore si sta tacitamente ammettendo di violare la norma sui limiti di pagamenti in contanti. Questo significa che si subirà una sanzione che può andare da un minimo di mille a un massimo di 50mila euro. Si potrà però ben spiegare che i soldi servono per varie spese, non tutte rivolte allo stesso soggetto” spiegano gli esperti di Laleggepertutti.

La situazione cambia se è a prelevare è il titolare di una società. Al di sotto dei mille euro, non si rischia nulla; superato invece tale tetto, “l’Agenzia delle Entrate pretende la dimostrazione della destinazione della somma e, in caso di assenza di prove, avvia il recupero a tassazione del denaro che si presume destinato a investimenti in nero” spiegano gli esperti. 

In caso di prelievo superiore ai 10mila euro nell’arco di un mese, “è prevista una segnalazione obbligatoria alla Uif (l’Unità di informazione finanziaria) da parte della banca”. Come riporta Laleggepertutti, il discorso vale anche se il prelievo non avviene tutto in’unica soluzione ma è frazionato in più “tappe” nell’arco dei 30 giorni.

Tetto ai contanti, contrasto all’evasione

Come abbiamo detto, questo provvedimento è un altro passo avanti nella strada imboccata due anni fa dal governo volta a ridurre le transazione cash.
Ma il tetto al cash non è l’unica arma nell’arsenale del Governo italiano per combattere l’evasione fiscale.

Nel “Rapporto sull’evasione fiscale e contributiva” allegato alla Nadef, il Documento di Finanza Pubblica è stato ribadito l’importanza sull’Isa, gli Indici sintetici di affidabilità, ovvero un indice che esprime un giudizio di sintesi sull’affidabilità fiscale del soggetto, calcolato come media aritmetica di un insieme di indicatori elementari di affidabilità e di anomalia che rappresenta il posizionamento del contribuente rispetto a tali indicatori.

Fatturazione elettronica, anonimetro, anagrafe dei correnti sono tra gli altri strumenti su cui il governo punta per ridurre l’evasione fiscale. In questo contesto, potrebbe inoltre sparire dalla circolazione anche taglio più grande delle banconote, quelle da 500 euro.

Solo nel 2020 sono stati scoperti 3.546 evasori totali, esercenti attività d’impresa o di lavoro autonomo completamente sconosciuti all’Amministrazione finanziaria (molti dei quali operanti attraverso piattaforme di commercio elettronico) e 19.209 lavoratori in nero o irregolari. I sono dati emersi da interventi mirati e selettivi, fondati sull’incrocio delle banche dati fiscali e di polizia, sul controllo economico del territorio e sulle risultanze delle indagini di polizia giudiziaria e valutaria.