Economia

Consumi, ancora deboli dopo il lockdown. Toscana e Veneto le più penalizzate

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Anche dopo il lockdown i consumi in Italia stentano a riprendersi. L’andamento registrato nelle vendite dei settori abbigliamento, ristorazione e “non food” continua a descrivere un’Italia che stenta a ripartire dopo l’esperienza traumatica del coronavirus. Secondo l’analisi condotta da Confimprese e EY, che esclude la componente di consumi destinati all’alimentazione “domestica”, a luglio le vendite sono calate del 27,7% anno su anno, mentre la contrazione registrata nei primi sette mesi dell’anno è arrivata al 40,6%.

Hanno sofferto soprattutto i settori abbigliamento e ristorazione con trend mensili rispettivamente in calo del 29,3% e del 30%, mentre il comparto “altro non food” ha limitato la flessione al -9,3 % rispetto allo stesso periodo 2019.

“Il mese di luglio”, ha spiegato Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese, “ha purtroppo raffreddato le aspettative di un rapido miglioramento della propensione al consumo. Con una flessione di quasi -28% rispetto all’anno precedente ha mostrato una tendenza alla stabilizzazione del calo registrato nel primo mese pieno di post lockdown – a giugno il calo era stato del 27%”.

Toscana e Veneto le regioni più penalizzate

A livello regionale i consumi hanno sofferto soprattutto in Toscana, che si è confermata la regione più in difficoltà sia a luglio (-34,6%) sia nei primi 7 mesi (-44%). In seconda posizione il Veneto in flessione del 33% (-42,7% nei primi 7 mesi). Ad aver pesato su queste due regioni è stato soprattutto il calo del turismo proveniente dall’estero nei due capoluoghi, Firenze e Venezia. Seguono nella classifica negativa l’Emilia-Romagna e la Sardegna la cui flessione è stata per entrambe del 31,1%, tallonate dal Lazio (-31%).

Il quadro di luglio, nonostante le difficoltà, non sarebbe del tutto negativo secondo il business consulting leader Italy di EY, Paolo Lobetti Bodoni: “Le vendite di luglio 2020 mostrano comunque un incremento del 15% in valore assoluto rispetto a giugno 2020 pur con lo spostamento dei saldi a fine luglio e agosto.
L’anno scorso luglio aveva registrato un +15% rispetto a giugno 2019 ma con i saldi attivi. Crediamo che con la lettura congiunta dei dati di luglio e agosto potrà emergere un trend migliorativo rispetto ai valori espressi oggi. Rimane il maggiore impatto subito dalle regioni e dalle città a maggiore vocazione turistica, che difficilmente verrà recuperato”.