(Teleborsa) – I consumi in Italia presentano qualche “modesto segnale di recupero che non è sufficiente, però, a segnare un’inversione di tendenza per una domanda che rimane ancora lontana dai livelli pre-crisi e che da sei mesi mostra un andamento a corrente alternata”. Questo il quadro che emerge dall’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) che segnala, a settembre, una diminuzione dell’1,6% in termini tendenziali e una crescita, dopo la flessione di agosto, dello 0,4% in termini congiunturali. Quest’ultimo “pur determinando un contenuto miglioramento della domanda nel terzo trimestre rispetto al precedente, non ha comportato, però, una significativa riduzione del divario rispetto ai livelli pre-crisi”. Le difficoltà della domanda delle famiglie ad instradarsi su di un sentiero crescita più robusto e consolidato emergono anche dal clima di fiducia rilevato dall’Isae che mostra, ad ottobre, un calo. Nella media dei primi dieci mesi dell’anno questo indicatore, rileva ancora Confcommercio, registra una sostanziale stazionarietà rispetto all’analogo periodo del 2009. Nonostante il permanere di una situazione di debolezza della domanda delle famiglie, il “sentiment” delle imprese dei diversi settori, industria, commercio e servizi, ha registrato, nel mese di ottobre, un miglioramento. L’andamento annuo dell’ICC di settembre riflette una riduzione dei volumi acquistati dalle famiglie per i beni (-2,8%) ed un aumento della domanda di servizi (+1,4%). I prezzi dei beni e servizi che compongono l’ICC hanno evidenziato un ridimensionamento del tasso di crescita tendenziale sceso dall’1,3% di agosto allo 0,7% di settembre, andamento dovuto in larga parte a quanto accaduto sul versante dei beni.
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