(Teleborsa) – Tutte le attività svolte dalle imprese agricole comprese quindi la produzione aziendale di vino, formaggi, olio, salumi e marmellate sono state escluse da pagamento del “ticket” per i controlli sanitari che avrebbe messo a rischio lo sviluppo di una opportunità sempre piu’ apprezzata dai consumatori. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che sono state accolte le proprie sollecitazioni con l’approvazione definitiva della legge comunitaria 2009 nella quale si prevede l’esclusione di tutte le attività svolte dall’imprenditore agricolo ai sensi dell’articolo 2135 del codice civile dall’ambito di applicazione del D.Lgs 194/2008 in merito al pagamento di tariffe a carico degli operatori del settore alimentare per i controlli sanitari ufficiali. Con questa importante disposizione, richiesta da Coldiretti, è finalmente possibile dare una corretta applicazione alle disposizioni di cui al regolamento (CE) n. 882/2004, superando le disparità di trattamento sul territorio che avevano caratterizzato finora l’applicazione del D.Lgs 194 a danno dei produttori. In Italia nel 2009 sono saliti a 63.600 con un aumento del 7 per cento rispetto al 2008, i frantoi, le cantine, le malghe e le cascine dove è possibile comperare direttamente, secondo il rapporto dell’Osservatorio sulla vendita diretta delle aziende agricole promosso da Coldiretti e Agri2000. Due italiani su tre (67 per cento) hanno acquistato almeno una volta direttamente dal produttore agricolo, la forma di distribuzione commerciale che ha registrato la maggiore crescita nel 2009 battendo nell’alimentare negozi ed ipermercati grazie ad un incremento dell’ 11 per cento del valore delle vendite per un totale stimato in 3 miliardi di Euro. Ben il 41 per cento – conclude la Coldiretti – viene speso per l’acquisto di vino in cantina, il 21 per cento per l’ortofrutta, il 14 per cento per formaggi e latte, l’8 per cento per carni e salumi, il 5 per cento per l’olio di oliva e altrettanto per le piante ornamentali.
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