(Teleborsa) – Passate le ferie si guarda all’autunno e in assenza di provvedimenti economici, la ripresa legata alle sole esportazioni resterà debole e ancora più deboli resteranno i consumi gravati dalla pesante disoccupazione e dalla cassa integrazione. Adiconsum tuttavia non condivide le previsioni allarmistiche di maggior spesa delle famiglie (stimate in più di 1.000 euro) fatte da alcune associazioni. Previsioni che finiscono per essere funzionali solo a coloro che sono alla ricerca di qualche alibi per aumenti ingiustificati. Tuttavia Adiconsum ritiene che le previsioni per le famiglie siano di una maggior spesa nella scuola e nei servizi locali. 1. Scuola: la maggiore spesa è dovuta alla mancanza di un tetto di spesa per i libri di testo e alla richiesta del c.d. contributo volontario (dai 150 ai 300 euro) il cui pagamento viene oramai vincolato all’iscrizione. 2. Tariffe dei servizi pubblici locali (acqua, rifiuti, trasporti, asili): la maggior spesa è dovuta al taglio dei trasferimenti statali delle risorse agli enti locali con richieste, da parte di questi ultimi, di aumenti a due cifre, nonostante l’inflazione sia ancora sotto il 2%. Inoltre occorrerà vigilare sul prezzo dei prodotti derivati del grano per impedire eventuali speculazioni a seguito degli incendi occorsi in Russia. Per l’autunno, quindi – conclude Paolo Landi, Segretario generale Adiconsum – non ci sono da aspettarsi riprese significative, in quanto il livello di povertà degli italiani è cresciuto sia al nord che al sud e al momento mancano, né a breve sono previsti, provvedimenti di rilancio economico da parte del Governo.
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