(Teleborsa) – La contenuta crescita dell’inflazione nel mese di marzo riflette gli aumenti delle materie prime petrolifere, conseguenza anche dell’indebolimento dell’euro sui mercati: è il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat di oggi. Questa situazione – spiega la nota – ha determinato nei principali paesi dell’area euro un innalzamento del tasso di inflazione: nella UE16 si è passati dallo 0,9% di febbraio all’1,5% di questo mese, in Germania dallo 0,5% all’1,3% ed in Spagna dallo 0,9% all’1,4%. In particolare si è consolidata la progressiva tendenza al rallentamento dei prezzi dei beni alimentari e delle bevande che segnalano una variazione, rispetto all’analogo mese del 2009, dello 0,1%, confermando pienamente il contributo disinflazionistico dei beni commercializzabili rispetto alla variazione complessiva dei prezzi al consumo. Il quadro di sintesi – conclude l’Ufficio Studi – sottolinea, ancora una volta, come i rischi di un aumento dei prezzi siano rappresentati dall’andamento delle materie prime energetiche che, in presenza di una ripresa mondiale più sostenuta e diffusa rispetto all’attuale, potrebbero registrare ulteriori rialzi.
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