(Teleborsa) – Molte delle modifiche alla spesa alimentare sono di natura strutturale, cioè indipendenti dal momento di crisi, ma dettate da nuovi stili di vita e di consumo. E’ il caso del calo costante che sta sperimentando il consumo di pane, di olio di oliva normale e di sansa, del vino da tavola, che presentano una valida alternativa rispettivamente nei sostituti del pane, nell’olio extravergine e nei vini a denominazione. E’ anche il caso, d’altro canto, della crescita degli ortaggi e legumi surgelati e conservati, degli ortaggi IV e V gamma e dello yogurt, prodotti che soddisfano bisogni specifici del consumatore quali la praticità e comodità d’uso o sono in grado di rispondere all’aspetto salutistico. Alcune modifiche, invece, sono più facilmente riconducibili allo specifico momento di crisi attuale. Si può citare, ad esempio, la flessione del riso “parboiled” e dei primi piatti surgelati, prodotti evidentemente più cari e ai quali i consumatori hanno preferito il riso bianco. A ciò si aggiunga che gli italiani non hanno diminuito i consumi di pasta, la quale, nonostante i forti rincari degli ultimi due anni, mantiene un prezzo altamente competitivo nei confronti degli altri prodotti potenziali sostituti. Tra gli alimenti proteici, in calo la carne bovina, quella cunicola e i salumi a denominazione, sostituiti da uova, carne di tacchino e salumi senza denominazione. In questo caso -sottolinea la Cia- è evidente la sostituzione tra prodotti con prezzi differenti a favore di quelli meno cari. In aumento anche la domanda di formaggi e burro. Tra gli ittici freschi, triglia e sogliola (uno tra i pesci comuni più costosi) sono state sostituite da merluzzo e alici, che presentano prezzi decisamente più contenuti. Tra i molluschi, giù le seppie e in aumento i mitili, anche in questo caso evidentemente per questioni di risparmio. L’attuale crisi economica -come evidenzia anche l’Ismea- è forte e diversa da quelle che hanno caratterizzato il passato. I comportamenti di acquisto avevano già cominciato a modificarsi negli ultimi anni come risultante di un cambiamento dei valori e dello stile di vita. La crisi in alcuni casi ha solo accelerato questi cambiamenti: si acquista con maggiore consapevolezza e maggiore attenzione al prezzo, con l’obiettivo di spendere al meglio le risorse disponibili.
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