(Teleborsa) – Canone di depurazione pagato per un servizio non reso; mancato accertamento della invalidità civile; violazione dei termini per il rinnovo di permessi di soggiorno richiesti sia per motivi di studio che di lavoro. Per questi gravi disservizi e inefficienze, Cittadinanzattiva ha avviato le prime class action contro Pubbliche Amministrazioni e concessionari di servizi pubblici, sfruttando quelle disposizioni della Riforma Brunetta in materia di efficienza della P.A. che di fatto hanno reso operativo dal gennaio 2010 la class action nel settore pubblico. Lo si legge in una nota. Destinatari delle diffide, rispettivamente, Comune di Potenza e Acquedotto Lucano Spa, Comune di Cineto Romano e Acea Ato 2 Spa (per la tassa di depurazione), Questura della Provincia di Roma (permessi di soggiorno), Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria (invalidità civile). Come da normativa, le amministrazioni hanno ora 90 giorni per ripristinare il servizio, mentre all’azione di classe possono aderire tutti i cittadini che si trovano nelle medesime situazioni che hanno portato alla notifica delle diffide. “La nuova legge” commenta il segretario generale di Cittadinanzattiva Teresa Petrangolini “ci consente, anche se con strumenti limitati e senza risarcimenti, di vincolare le amministrazioni al rispetto di standard previsti da Carte dei servizi e leggi. Se i tempi previsti non sono rispettati, se si richiedono oneri non previsti, se si omettono informazioni essenziali o si nega l’autocertificazione, il cittadino può invocare il rispetto delle norme ed ottenere il ripristino del diritto violato. Perché non provarci? Oggi partono class action in tre settori, che presto potrebbero essere seguite da analoghe azioni in molti altri ambiti: dagli autovelox taroccati alle cartelle pazze, dal mancato rispetto della normativa sulla sicurezza delle scuole alle lungaggini delle cancellerie dei tribunali, dall’operato ambiguo delle società di riscossione tributi al mancato rispetto delle graduatorie per gli asili comunali”. cco, nel dettaglio, le class action contro P.A. e concessionari dei servizi pubblici: Invalidità civile: destinataria della diffida l’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, (oltre che Istituzioni regionali e ministeri competenti), in virtù dell’istanza presentata da un cittadino che lamenta la violazione da parte dell’ASP dei termini di legge per l’accertamento della condizione di invalidità civile. Nello specifico, il soggetto interessato, affetto da patologia oncologica, ha presentato domanda a maggio 2009 senza ad oggi ricevere risposta, nonostante la normativa disponga che la Commissione di Prima Istanza è tenuta ad effettuare l’accertamento dell’invalidità civile delle persone affette da patologia oncologica entro quindici giorni dalla presentazione della domanda, e che la stessa è comunque tenuta ad eseguire l’accertamento dell’infermità entro tre mesi dalla presentazione della domanda. Canone di depurazione acque reflue: destinatari della diffida Comune di Potenza e Acquedotto Lucano Spa; Comune di Cineto Romano (pr. Roma) e Acea Ato 2 SPA, oltre che i ministeri competenti. Numerose le istanze dei cittadini interessati a vedersi restituire la quota pagata per un servizio di depurazione non reso. L’azione promossa da Cittadinanzattiva trova il suo fondamento nella violazione del termine di centoventi giorni, trascorso senza che l’Ente di riferimento abbia provveduto ad avviare le procedure finalizzate a determinare l’importo da rimborsare a ciascun utente. Permessi di soggiorno: destinataria della diffida la Questura della Provincia di Roma, oltre ai ministeri competenti. All’operato della Questura viene eccepita la violazione dei termini per il rinnovo della carta di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo (i termini sono di novanta giorni dalla presentazione della relativa domanda per il rinnovo permessi di soggiorno CE).
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