Mercati

Cinesi migliori acquirenti di proprietà a Manhattan, russi detronizzati

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

NEW YORK (WSI) – I cinesi sono diventati i più grandi acquirenti stranieri di appartamenti a Manhattan.

I russi, che risultavano essere i maggiori compratori per molti trimestri di seguito, sono calati da quando sono iniziati i disordini in Ucraina, con le sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dall’Europa.

I ricchi cinesi invece, non avendo questi problemi, continuano a cercare investimenti sicuri e basi per i loro figli, facendogli così avere una formazione occidentale. Infatti secondo il Rapporto Hurun, pubblicazione di Shanghai, oltre l’80% dei ricchi cinesi vogliono mandare i loro figli in scuole e università all’estero.

Dopo il crollo immobiliare dal 2007-2010, i prezzi degli immobili sono scesi negli Stati Uniti e sono ancora relativamente bassi rispetto ad altre parti del mondo. Appartamenti di lusso ad Hong Kong, Singapore e Shanghai vengono venduti tra i 4100 e i 5000 dollari per metro quadrato, mentre a Manhattan, così come Sydney vanno dai 2.100 dollari a circa 2.500 dollari; Londra invece arriva ai 3300-4,100 dollari.

Dean Jones, broker statunitense dell’International Sotheby, ha dichiarato: “Di gran lunga i cinesi sono la più rapida crescita demografica. Essi sono anche i principali acquirenti di beni immobili, e New York, come città, è al primo posto”.
I compratori russi invece sono sempre meno e gli intermediari dicono che la crisi in Ucraina comporterà un’ulteriore riduzione del loro numero: “Se ne sono andati. Sono partiti dopo l’inizio dei problemi in Crimea e dubito torneranno”, ha detto Nikki Campo, un broker anche lui dell’ International Sotheby.

Liam Bailey infine, partner della Knight Frank, agenzia immobiliare londinese, ha dichiarato: “Penso che il trend dei cinesi continuerà ad aumentare sempre di più, facendo perdere quota al mercato”.
Anche a Londra infatti, nonostante robuste leggi sulle proprietà e università di fama mondiale, i cinesi sono diventati i primi acquirenti. L’anno scorso erano pari al 6% del mercato rispetto al 5,2% dei russi.