– Milano, 21 giu – Un’analisi di ricercatori della Cattolica e della Bocconi, che sarà presentata in serata, mostra una cinematografia italiana in grado di competere, come incassi nazionali, con quella americana, ma indietro nell’home video. Nel primo trimestre del 2007 il cinema italiano ha raggiunto i migliori risultati degli ultimi 30 anni, con una quota di mercato prossima al 40% del box-office nazionale. A febbraio ha sfiorato il 50%. La ricerca – raccolta nel libro “È tutto un altro film”, a cura di Francesco Casetti e Severino Salvemini – evidenzia come il cinema italiano sia ancora vissuto dallo spettatore come un prodotto da consumare quasi esclusivamente nella sala cinematografica e come la sala rimanga il canale economicamente più importante per i film italiani, facendo anche da volano per lo sfruttamento successivo. Se è vero, infatti, che dal 2002 l’home video ha superato, come dimensioni economiche, il box-office, è però vero che comprende una grande varietà di prodotti non cinematografici (musica e telefilm in primis) e che una parte consistente del venduto non riguarda film di recente produzione, ma classici. La televisione, nella duplice veste di finanziatore e acquirente, è un fattore piuttosto critico, perché rischia di diventare il vero cliente del cinema, a discapito dello spettatore, ma programma sempre meno cinema. Nel periodo 2000-2005 il numero di film programmati dalla tv generalista è diminuito del 18% (ancora peggio, -35%, le produzioni italiane), a causa probabilmente di una scarsa prevedibilità degli ascolti, che penalizza la raccolta pubblicitaria.
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