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Cina alza muro contro le Ipo all’estero: TikTok mette in stand-by Wall Street

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Pechino frena la voglia di TikTok di sbarcare a Wall Street. Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, ByteDance, holding che detiene la popolare app cinese, ha sospeso a tempo indeterminato la quotazione in programma quest’anno negli Stati Uniti e a Hong Kong.

La decisione arriva dopo che le autorità cinesi hanno chiesto al gruppo di analizzare i rischi per la sicurezza dei suoi dati. Il gigante dei social media, la cui ultima valutazione è di 180 miliardi di dollari, ha così deciso di mettere in pausa i suoi programmi.

La stessa modalità si era vista anche con Didi Global, società cinese che si è quotata a Wall Street meno di due settimane fa. In questo caso però, il gruppo aveva scelto di ignorare l’avvertimento di Pechino.

Il risultato è che Didi, che non può essere scaricata nei negozi di app in Cina, in attesa della conclusione di un’indagine delle autorità sulla protezione dei dati, è sceso sotto il prezzo di esordio, così come altre società cinesi recentemente sbarcate a Wall Street.

Cina alza il muro contro le Ipo all’estero

TikTok è solo l’ultima delle società finite nel mirino delle autorità cinesi, che qualche giorno fa hanno reso noto che i suoi gruppi che detengono i dati di oltre 1 milione di utenti devono ora richiedere l’approvazione preventiva dell’Authority della sicurezza informatica quando intendono quotarsi fuori dal Paese.

La nuova regola è necessaria a causa del rischio che tali dati e informazioni personali possano essere “influenzati, controllati e sfruttati in modo doloso da governi stranieri” ha affermato in una nota l’Autorità. Paletti rigidi dunque che rischiano di alterare gli equilibri e di creare un freno allo sviluppo e alla crescita del Paese.

Oltre a ByteDance, sono diverse e aziende che hanno deciso di far marcia indietro nei loro progetti di quotazione a Wall Street. Presumibilmente il numero potrebbe crescere nei prossimi giorni. Tra le società che al momento hanno alzato bandiera bianca vi è Keep, piattaforma cinese di fitness, la quale ha preferito non compilare la documentazione necessaria per la quotazione. Vi è poi Ximalaya, attualmente la più grande piattaforma di podacast del Paese, ma anche e LinkDoc Technology, fornitore di soluzioni per dati medici e servizi di big data oncologici.

Finora quest’anno si sono quotate negli Stati Uniti 37 società cinesi, superando il totale dell’anno scorso, e hanno raccolto complessivamente 12,9 miliardi di dollari, secondo i dati compilati da Bloomberg.

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