(9Colonne) – Milano, 7 set – “Tenere un diario in pubblico, settimana dopo settimana, è un’attività che in questi undici anni è cambiata molto. Il numero di siti web, di blog e in generale lo scambio di notizie è fortunatamente cresciuto a dismisura. La ‘buona lettura’ è stata adottata da molti giornali. La possibilità di sedersi di fronte al proprio lap top e di consultare in tempo reale tutte le fonti di informazione del mondo è sempre più alla portata di tutti. Il mercato pubblicitario (l’unico a tenere in vita i giornali) è a noi praticamente precluso, per quella mancanza di do ut des che ci caratterizza e che dal mercato evidentemente è stato ben colto”. Per questo chiude Diario, il settimanale diretto da Enrico Deaglio, veicolo di un giornalismo curato nello stile e sofisticato nella scelta dei temi, ma capace anche di clamorose inchieste controcorrente come quella – l’anno scorso – sui presunti brogli elettorali in occasione delle ultime politiche . Era uscito in edicola mercoledì 23 ottobre 1996, allegato al quotidiano L’Unità. Dopo un anno il “Diario della settimana”, che si autodefiniva giornale dedicato alla buona lettura, all’inchiesta e al reportage, se ne andò da solo in edicola. Il giornale è durato 567 settimane, “cercando di fornire nel corso di undici anni – come si legge nel commiato – la buona lettura che aveva promesso e di non essere travolto dagli eventi. Alla buona lettura iniziale abbiamo aggiunto nel corso del tempo numeri speciali, libri, film”. Ora giunge la decisione di “fare un pausa”. “Certo che se domani una spontanea ribellione di siciliani attacca i poteri della mafia, ci sarà da mordersi le mani a non avere un giornale. Chiediamo ai siciliani di attendere: aspettateci, non siamo ancora pronti. E così a tutti gli altri. In fondo Diario è sempre stato un giornale ottimista”, si legge ancora nell’ultimo editoriale del settimanale per cui scriveva Enzo Baldoni, il giornalista ucciso in Iraq nel 2004.
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