Lo scandalo FTX ha riportato sotto i riflettori John Jay Ray III, noto avvocato statunitense che ha preso le redini dell’exchange di criptovalute dopo lo scoppio dello scandalo, che ha portato all‘arresto del suo fondatore ed ex ceo Sam Bankman-Fried.
63 anni, avvocato specializzato nella ristrutturazione di aziende in difficoltà, John Jay Ray III si è occupato della bancarotta di nomi eccellenti dell’industria Usa: primo fra tutti, la società americana di energia Enron dopo uno scandalo contabile nel 2001. Ray ha svolto un ruolo chiave in molti altre operazioni di ristrutturazione aziendale, tra cui quella di Residential Capital, coinvolto nella scandalo subprime, il fallimento della società di abbigliamento Fruit of the Loom e quello del gruppo di telecomunicazioni Nortel Networks, per citare i più importanti.
Cresciuto nel Massachusetts occidentale, figlio di un idraulico industriale e di una madre casalinga, Ray si è laureato i presso l’Università del Massachusetts e ha conseguito poi la laurea in legge presso la Drake University di Des Moines, Iowa, nel 1982. Ha trascorso i primi anni della sua carriera a Chicago presso lo studio legale Mayer Brown, occupandosi di fusioni e acquisizioni, diritto dei titoli e piani di benefici per i dipendenti. Attualmente Ray lavora in un’azienda di Naples, in Florida, chiamata Owl Hill Advisory.
Il ruolo di Ray in FTX
Ma veniamo al presente. Mentre diverse autorità statunitensi tanno indagando su quanto accaduto a FTX, il compito di Ray, ceo del gruppo dallo scorso 11 novembre, è ora quello di scoprire nuovi dettagli sul fallimento e di districarsi nel labirinto delle varie realtà aziendali per individuare i beni, fondi mancanti, e massimizzare il valore per gli investitori riorganizzando o vendendo la complessa serie di attività.
Da quando ha assunto la leadership di FTX, Ray ha affermato che il suo team ha recuperato circa 740 milioni di dollari di criptovaluta, una somma che ha definito “solo una frazione” rispetto agli 8 miliardi di dollari di debiti calcolati finora.
In una prima analisi dei fatti, il noto avvocato Usa ha spiegato in una prima udienza sul caso, che, quanto successo in FTX, è stato il risultato dell'”assoluta concentrazione di controllo nelle mani di un piccolo gruppo di individui senza esperienza” che non hanno attuato i controlli che sono “necessari per un società alla quale viene data fiducia con soldi e asset”. Una descrizione impietosa che probabilmente non farà altro che aumentare lo scetticismo del Congresso sulle criptovalute, già criticate da Janet Yellen, attuale segretario al Tesoro Usa.