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Certificati, collocamenti in recupero nel primo trimestre

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Prosegue nel primo trimestre il recupero nel collocamento dei certificati in Italia, con un incremento del 12% rispetto agli ultimi tre mesi del 2020, un ritmo in linea con la media degli ultimi due trimestri.

Si parla di 2,271 miliardi di certificati collocati nella prima parte dell’anno in corso, “un parziale recupero del comparto dopo il rallentamento che lo ha caratterizzato” nella seconda metà del 2020.
Per questa particolare categoria di titoli cartolarizzati (cosa sono), scrive l’Associazione Italiana Certificati e Prodotti di Investimento (Acepi), è andata a ridursi l’incidenza sul totale dei prodotti a capitale protetto: sono il 33% contro il 64% dei prodotti capitale condizionatamente protetto. A nel secondo trimestre del 2020, nel pieno del primo lockdown, le proporzioni erano rispettivamente 25 contro 75%.

I certificati dopo il corona crash

Con il recupero del mercato azionario i trend sperimentati dai certificati a partire da giugno 2020 sono stati i seguenti, spiega l’Acepi

  1. Sul secondario i volumi si sono stabilizzati su valori normali e tendenzialmente in discesa per mancanza di volatilità e spunti
  2. Sul primario i prodotti protetti hanno allungato molto le scadenze, per via del costo della protezione con gli attuali rendimenti negativi; pertanto si è tornato a prediligere i capitali condizionatamente protetti. Da qui il proliferare di strutture worst of con conseguente aumento del rischio per gli investitori

“Per quanto riguarda i payoff”, scrive l’Acepi, “i Digital (59%) sono stati preferiti agli Equity Protection (30%) nei certificati a capitale protetto, e i Cash Collect e i Bonus (rispettivamente 52% e 29%) sono stati i prodotti maggiormente emessi, seguiti dagli Express (19%), invertendo così il trend osservabile nell’ultimo trimestre del 2020, con i Cash Collect e gli Express rispettivamente al 39% e al 38%, seguiti dai Bonus Cap al 22%”.