(9Colonne) – Roma, 13 set – Consumatori non comprate quei prodotti. Quelli che recentemente hanno subito un aumento sproporzionato dei prezzi. Insomma niente pane, niente pasta, niente spesa. Oggi è la giornata nazionale di sciopero contro i rincari dei generi alimentari, promossa dalle associazioni di consumatori Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, a cui hanno aderito le associazioni di categoria Cia e Coldiretti. La preoccupazione è che l’impennata dei prezzi dei cereali diventi l’inizio di un rincaro generale di tanti altri prodotti di consumo come latte, frutta, verdura. Se sommati agli aumenti già previsti di mutui, gas, acqua e di altri beni utili, come i libri, in totale ne deriverà un aggravio di 414 euro all’anno per famiglia. I consumatori protestano e per oggi molti di loro non acquistano pane né pasta. In alcune piazze italiane è in corso la distribuzione gratuita dei generi di prima necessità. Gli organizzatori fanno sapere che il 48% degli intervistati fuori dai grandi centri commerciali – in sei città campione – non ha acquistato alcun pacco di pasta. “Si tratta di un ottimo risultato” ha commentato il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti. E mentre a Roma le associazioni di consumatori e agricoltori stanno distribuendo latte e materiale informativo in una piazza simbolo come quella di Montecitorio, anche dall’altra parte della città si sciopera e in un contesto particolare: il carcere di Rebibbia. Se le famiglie italiane non arrivano a fine mese, dell’effetto dei rincari dei prezzi dei prodotti di prima necessità “risentiamo anche noi i detenuti” fanno sapere dal penitenziario. Da questa mattina, e per tutto il giorno, gli ospiti del carcere romano si stanno astenendo dall’acquistare i prodotti “sopravvitto”, ovvero tutti i generi alimentari che acquistano e consumano oltre ai pasti forniti dall’amministrazione penitenziaria, per protestare pacificamente contro il carovita.
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