Economia

Caro bollette, un italiano su tre rischia di non riuscire a pagarle

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L’Italia, colpita dalla tempesta perfetta, si scopre un Paese più vulnerabile. La colpa è soprattutto della crisi energetica, e del conseguente aumento dei prezzi. Il 57% dichiara già oggi la difficoltà di pagare l’affitto, il 26% pensa di sospendere o rinviare il pagamento e se restringiamo il campo a luce e gas, un italiano su tre entro Natale potrebbe non riuscire più a pagare le bollette legate alle utenze. È quanto sottolinea il  Rapporto Coop 2022, che si interroga sugli effetti che la crisi energetica avrà sulle famiglie italiane.

Gli effetti del caro bollette

Secondo l’indagine, il 15% degli italiani si dichiara attualmente già in difficoltà ad affrontare la spesa e un ulteriore 17% lo sarà da qui alla fine dell’anno. D’altra parte, mette ancora in evidenza lo studio, le spese per la casa incidono per il 38% sul totale di quelle delle famiglie, in netto aumento dal 32% del 2020. La spesa media delle famiglie per le bollette è passata da 560 a 1.100 euro per le utenze elettriche e da 990 a 1.700 per quelle del gas.

La spending review degli italiani non tocca per il momento il cibo: sono 24 milioni e mezzo quelli che nonostante l’aumento dei prezzi non sono disposti a scendere a compromessi, se non nelle quantità: il 17% sembra orientato a ridurre la quantità e il 19% ad aumentare la qualità.

C’è da dire che seppur in crescita, l’inflazione nella filiera del cibo picchia meno che in altri paesi europei: in Italia registra un +10%, a fronte del +13,7% della Germania.

Complessivamente i volumi di vendita hanno dunque tenuto: in crescita del 7,8% primo semestre 2022 rispetto al 2019. Sacrificabili sembrano le marche leader, che rispetto al 2019 hanno registrato una contrazione della quota di mercato, passando dal 14,9% di quell’anno al 13,1% del 2022, mentre la “marca del distributore” continua la sua avanzata, con una quota di mercato che nel 2022 sfiora il 30% e un +2 rispetto al 2019.

Italia: fanalino di coda per gli stipendi

A rendere le cose più gravi è la situazione salariale. Nel rapporto tra costo della vita e stipendi medi, l’Italia è il fanalino di coda tra le principali economie europee, con uno stipendio del 33% più basso di quello dei tedeschi, che hanno un costo della vita equiparabile al nostro, mentre guadagniamo come gli spagnoli, che hanno un costo della vita del 19% inferiore.

Un occupato su 5 tra coloro che hanno contratti part-time è oggi a rischio povertà (era uno su sei nel 2010) e un dipendente su 10 full-time corre lo stesso rischio. A conti fatti, sono 900 mila in Italia oggi i lavoratori che guadagnano meno di 1.000 euro al mese, il doppio rispetto a 15 anni fa.