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Calcio scommesse: ecco partite truccate in Serie A e intercettazioni

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Cremona – Roma, Fiorentina, Genoa, Lecce e Cagliari. Sono queste le cinque squadre al centro delle tre partite truccate di serie A rivelate agli inquirenti da uno dei nuovi “collaboratori” dell’indagine sul calcio scommesse.

Il filone napoletano dell’inchiesta sul calcio scommesse invece mette nel mirino alcune partite del Napoli. Ma i due fratelli Cannavaro, intercettati, sono estranei all’inchiesta. Per due volte i carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, in provincia di Napoli, mentre indagano sui bookmaker della camorra ascoltano la voce di Fabio e Paolo Cannavaro, il primo capitano della nazionale campione del mondo, il secondo del Napoli.

In entrambi i casi, i fratelli parlano con il loro procuratore Enrico Fedele, la cui utenza telefonica è stata messa sotto controllo dalla Dda partenopea nell’ambito di una inchiesta sul calcioscommesse gestito dal potente clan degli Scissionisti, inchiesta – è bene ribadirlo – in cui i due fratelli non sono coinvolti. L’informativa dei militari – che contiene anche la trascrizione di numerose telefonate di padrini e guappi che puntano dai 1000 ai 15mila euro sulle partite truccate – è stata consegnata nell’agosto scorso al procuratore federale Stefano Palazzi con l’indicazione di due match molto dubbi (Andria-Real Marcianise ed Empoli-Salernitana) e di sei squadre considerate a rischio: Modena, Ancona, Crotone, Salernitana, Real Marcianise e Andria.

Nel dossier dei militari di Castello di Cisterna sono annotate, però, anche tre partite del Napoli (Napoli-Cagliari, Chievo-Napoli e Napoli-Parma) che, pur non presentando alcun profilo di illecito penale, sono state comunque segnalate alla procura federale della Figc per eventuali illeciti sportivi.

Nel primo colloquio (che risale al 25 aprile 2010, in occasione della 35esima giornata di campionato di serie A), è Fabio Cannavaro a contattare Fedele per chiedergli aggiornamenti sulle possibilità per il club azzurro, reduce da uno striminzito pareggio in casa con il Cagliari, di entrare in Europa League.

Cannavaro: «Il Napoli come ha giocato?». Fedele: «Eh… si è fatto male Lavezzi dopo 10 minuti, ed è finita, la difesa è bene, Paolo molto bene… ma davanti… Marchetti (portiere del Cagliari, ndr) ha fatto un paio di miracoli, però il Napoli, ha giocato sotto ritmo…». C: «Eh… ma pure noi direttore… un caldo esagerato… il primo tempo…». F: «Tanto meno, la vittoria vi mette un po’ di tranquillità». C: «Eh… sì». F: «Il meglio poi, il Napoli, pure pareggiando, ha guadagnato un punto sulla settima…». C: «Sì, sì infatti…». F: «Hai capito, mo’ domenica va a Chievo… e già è salvo e penso che le cose vanno in un certo modo». C: «Eh… va bene». F: «Va bene, ciao, ciao».

Poco dopo, Enrico Fedele chiama un amico (i carabinieri non riusciranno, però, a identificarlo) col quale si lascia andare a considerazioni tutt’altro che benevole sulla partita col Cagliari, e cioè la scelta – in apparenza incomprensibile – dell’allenatore azzurro Walter Mazzarri di non schierare in campo il bomber Herwin Hoffer, centravanti della nazionale austriaca a quel tempo in prestito al Napoli, nonostante i grossi problemi in attacco e in considerazione dell’importanza del match nel quale i partenopei si sarebbero giocati l’accesso alla Champions League. Una telefonata particolarmente interessante, per i carabinieri, visto che si parla di «inguacchio».

Fedele: «Allora… hai capito… e guarda che la sconfitta, cioè il pareggio di oggi… lascia aperto, cioè ti fa vedere un sacco di cose, noi siamo bravi… a creare dei mostri di qualità… come delle volte a mettere alla incompr… dei giocatori… ma se si vuole andare in Europa, ci vogliono giocatori». Amico: «Certo che ci vogliono i giocatori… ma comunque ti posso dire, al di là di ogni considerazione, ma in Champions è meglio anche a culo, non ci vanno mai, perché se vanno in Champions i tifosi del Napoli piangono».

F: «Sì, sì…». A: «Cioè, vanno veramente a fare figure di merda…». F: «Ringraziamo a Dio se vanno settimi, abbiamo guadagnato un punto sul Genoa». A: «Bravo, esatto». F: «Hai capito, mettila così… la partita…». A: «Esatto… se hai visto è stato bello Albino con Mazzarri… perché Mazzarri faceva l’incazzato, e cioè che abbiamo giocato, abbiamo fallito un sacco di goal… porca miseria… sono arrabbiato come un pazzo… dovevamo vincere eccetera… ed Albino faceva la parte dell’allenatore, si però mister… il portiere ha fatto un sacco di parate, ma lei aveva anche tanti infortunati… cioè tutto all’incontrario». F: «Ma perché non ha messo ad Hoffer, poi sulla panchina…». A: «Loro sostengono che… ma a noi non risulta che Hoffer, aveva un problema fisico, ma secondo me…». F: «Mo’ chiamo a Paoluccio…». A: «Eh, c’è qualche inguacchio sotto, ma comunque sappiamo che non è così…». F: «Mo’ chiamo a Paoluccio». A: «Eh, fammi sapere».

l «Paoluccio» di cui si parla è Paolo Cannavaro, fratello di Fabio, difensore e capitano del Napoli. Fedele lo contatta subito dopo aver salutato l’amico e gli chiede il perché dell’esclusione dell’attaccante austriaco dalla prima squadra. Enrico Fedele: «Oh…». Paolo Cannavaro: «Direttore». F: «Paoluccio, ma perché Hoffer non è andato sulla panchina?». C: «Direttore, perché il mister non sa a chi deve cacciare ed ha detto metto a questo che tanto non dice niente… il guaglione, hai capito?». F: «Ma stava bene?». C: «Ma non esiste proprio, ma tu tieni una punta e stai in emergenza e non porti nemmeno la punta in panchina…». F: «Bravo…». C: «Che scemità…». F: «Va bene, dai… ok…». C: «Ciao».

Qualche tempo dopo, le intercettazioni si chiudono e l’indagine – nella quale i pm non hanno riscontrato alcun profilo di illecito penale – si esaurisce, passando sotto la competenza della giustizia sportiva. Prima di spegnere i registratori, i militari di Castello di Cisterna fanno però in tempo ad annotare un ultimo sms, definito «ambiguo», che arriva sul telefono cellulare di Enrico Fedele («chiedere indirizzo portiere per invio prosciutti»). Una dimostrazione, l’ennesima, che spesso il mondo pallonaro è popolato da un’umanità così varia e spesso sopra le righe che a volerla catalogare nei rigidi steccati del codice penale si rischia di solo di prendere un palo.

Di tutt’altro tenore, invece, è l’inchiesta Golden Goal che sta facendo luce sui rapporti contaminati tra il clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia e frange del calcio professionistico e semi-professionistico. Nell’indagine sono coinvolti l’attaccante sorrentino Cristian Biancone, 33 anni, zingaro del pallone di B e C, e il compagno di squadra Vitangelo Spadavecchia, ex portiere prodigio dell’Under 20; per l’accusa avrebbero aggiustato la partita Juve Stabia-Sorrento (finita 1 a 0 per i padroni di casa) su cui la camorra aveva puntato una gigantesca somma di denaro, garantita sia dai 20mila euro scommessi, a sua volta, da Spadavecchia sulla sconfitta della propria squadra sia dal rapporto d’amicizia e d’affari che legava Biancone a un criminale di Castellammare. Un’amicizia che il bandito spiega così a un amico sott’intercettazione: «Se prende i soldi e poi lo Stabia non vince, dobbiamo solo ucciderlo».

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Cremona – A indicare i cinque club è stato venerdì il dentista Mario Pirani, al centro dell’associazione che truccava le gare: lo ha fatto nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Cremona, Guido Salvini, e di nuovo lo farà domani con il procuratore Roberto Di Martino che lo ha convocato per ottenere ulteriori spiegazioni.

Le tre gare non erano state sfiorate dall’inchiesta di Cremona prima di quell’interrogatorio. Per questo gli investigatori dovranno vagliare e verificare le dichiarazioni del dentista con il vizio delle scommesse: perché la procura possa parlare ufficialmente di partite truccate è necessario avere riscontri esterni.

Pirani al gip ha raccontato spontaneamente delle “tre partite sicure” giocate dall’associazione premettendo però di non aver avuto una conoscenza diretta di chi, come e per quanto avesse indirizzato le gare: ha invece detto di aver saputo che la cricca stava investendo molto denaro sulle gare che poi si sono concluse con il risultato previsto.

Queste cinque squadre di A non sono le uniche sulle quali lavoreranno questa settimana gli agenti della Mobile di Cremona, diretta da Sergio Lo Presti, che stanno conducendo le indagini. Oltre che su Roma, Fiorentina, Genoa, Lecce e Cagliari lavoreranno anche sulla neopromossa Siena e sul Bologna. Il nome della squadra toscana compare in alcune intercettazioni telefoniche tra Massimo Erodiani e Marco Paoloni, gli altri due capisaldi dell’associazione a delinquere nel mirino della procura: in un paio di conversazione i due sostenevano che la società toscana avesse pagato alcuni giocatori del Sassuolo per vincere la partita.

Al momento nessuno è indagato, ma la procura sta cercando riscontri. Sempre in settimana, probabilmente giovedì, verranno ascoltati come persone informate sui fatti i vertici dell’agenzia di scommesse Skysport365 che ha offerto collaborazione agli investigatori.

Il sito austriaco di bookmaker, come raccontato ieri da Repubblica, ha in mano un dossier di 15 partite tra serie A e B con flussi di scommessa anomali. “Si tratta di partite – spiegano – nelle quali si sono registrate puntate molto importanti, con milioni di euro. Puntate che non si sono fermate anche quando abbiamo abbassato la quota: questo ci fa pensare che gli scommettitori giocassero con particolare sicurezza”.

Di partite di serie A, anche se dello scorso campionato, si sta occupando anche la procura di Napoli che ha in piedi un’indagine sui collegamenti tra il calcio e la camorra. I carabinieri sostengono che gli Scissionisti, guidati da Eduardo Fabbricino, controllassero una serie di squadre semi professionistiche. E che il 10 aprile del 2010 mentre al San Paolo si giocava Napoli-Parma “molte persone riconducibili ai clan Lo Russo e degli Scissionisti – scrivono i carabinieri nell’informativa alla procura – durante l’intervallo tra il primo e il secondo tempo abbiano effettuato svariate scommesse con puntate piuttosto elevate sulla vittoria del Parma”.

La partita finì 2-3 in favore del Parma, dopo che il Napoli aveva chiuso il primo tempo in vantaggio per 1-0. Sempre a Napoli i pm Pierpaolo Filippelli e Claudio Siragusa, con il procuratore aggiunto Rosario Cantelmo, stanno indagando su un altro filone di calcio scommesse nata da un’inchiesta sul riciclaggio del clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia.

Intanto a Cremona riprendono gli interrogatori di garanzia: nel pomeriggio saranno ascoltati i giocatori Vincenzo Sommese e Vittorio Micolucci, agli arresti domiciliari con l’accusa di aver truccato una serie di partite. Mercoledì dovrebbe essere invece il giorno di Beppe Signori.

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