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Brexit, investitori istituzionali: piano di fuga da Londra

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Il 18,8% degli investitori istituzionali prevedono di ridurre l’esposizione del proprio portafoglio nel Regno Unito nei prossimi sei mesi, quelli in cui si capirà la piega che prenderanno i negoziati fra Ue e Gran Bretagna sulla Brexit. I dati provengono dal recente sondaggio Brexometer di State Street Corporation, il quale aggiunge che 12,9% degli investitori istituzionali aumenteranno i propri asset britannici.

La view, dunque risulta più pessimista che ottimista sugli sviluppi della Brexit nel Regno Unito, anche se la maggioranza di essi, il 64,4%, non modificherà il bilanciamento dei propri investimenti britannici. In proporzione, l’ultima rilevazione Brexometer relativa al secondo trimestre 2017 ha mostrato i maggiori spostamenti nel club degli investitori decisi a “ridurre in modo significativo” i propri asset Uk: la quota, infatti, è passata dall’1,8% al 6,9%. Sul fronte diametralmente opposto i super ottimisti che aumenteranno di molto la propria esposizione sul Regno Unito nei prossimi sei mesi è passata dall’1,8% del primo trimestre all’attuale 4%.

Per il momento, dunque, prevale un atteggiamento timoroso e attendista.

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Il sondaggio, inoltre, ha rivelato che il 31% degli investitori istituzionali probabilmente ridurranno la propria presenza operativa nel Regno Unito a causa della concretizzazione della Brexit. Un evento che, secondo il 78% degli intervistati, modificherà i modelli operativi.

Secondo Michael Metcalfe, responsabile Global macro strategy di State Street Global Markets “l’inizio della Brexit sembra non aver avuto grandi impatti sulla fiducia degli investitori a lungo termine nel Regno Unito; la questione ora è se ciò durerà quando la Brexit effettivamente prenderà forma durante il processo di negoziazione”.