Economia

Brexit: doppia disfatta per il premier Boris Johnson alla Camera dei Comuni

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Nuova sconfitta per Boris Johnson. Nella serata di ieri, la Camera dei Comuni ha approvato la legge anti no-deal promossa dalle opposizioni guidata dal leader laburista Jeremy Corbyn e dai ribelli conservatori. La legge anti no-deal nel dettaglio chiede il rinvio della Brexit, al momento prevista per il 31 ottobre. Se entro il 19 del mese prossimo non sarà raggiunto un accordo con la Ue, il premier dovrà chiedere di rinviare il divorzio fino alla fine di gennaio del 2020, aprendo la strada anche a ulteriori rinvii.

Come previsto il premier inglese è passato al contrattacco e ha presentato la mozione per chiedere lo scioglimento della Camera e lo svolgimento di elezioni anticipate il prossimo 15 ottobre. Ma anche in questo caso ha subito una sonora sconfitta visto che a esprimersi contro la sua richiesta ben 298 deputati contro 56 a favore. Per l’ok definitivo ci sarebbe voluti i due terzi dell’aula, pari a 434 totali.

Il Paese deve decidere se io o il leader dell’opposizione dobbiamo andare a Bruxelles a negoziare per la Brexit (…) Non voglio elezioni, il pubblico non vuole elezioni, ma questa Camera non ha lasciato altre opzioni”.

Così ieri in Aula il premier inglese che ha incassato anche il voto contrario di 21 parlamentari conservatori del suo partito, dall’ex ministro delle Finanze Hammond fino al nipote di Churchill Sir Nicholas Soames, che hanno votato contro in sostegno alle opposizioni. “L’offerta di un’elezione adesso è come l’offerta di una mela a Biancaneve da parte della regina cattiva” ha sostenuto il leader laburista Corbyn.

Quello che lui sta offrendo non è una mela e neppure un’elezione, ma il veleno del no deal. 

Cosa succede adesso?

La legge anti no deal è oggi alla Camera dei Lord e se passerà costringerà Johnson a chiedere all’Ue un rinvio fino al 31 gennaio 2020, se prima del 19 ottobre non si raggiungerà un accordo di recesso con Bruxelles.