Economia

Brexit: colloqui bloccati, May non va a Bruxelles

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Il tempo stringe e la Gran Bretagna esce ufficialmente dall’Unione Europea il 29 marzo ma nel frattempo l’accordo raggiunto tra Londra e Bruxelles deve ancora essere approvato dai legislatori del Regno Unito. Questa settimana è decisiva e sono previsti tre importanti voti nel Parlamento inglese.

Si inizia domani, martedì 12 marzo con i Comuni che dovranno esprimersi una seconda volta sull’accordo bocciato a metà gennaio. Theresa May spera di convincereo il Parlamento a sostenere il suo accordo. Solo tre legislatori del principale partito laburista all’opposizione hanno appoggiato il piano.

Backstop il nodo più spinoso

Il nodo più spinoso della questione riguarda il confine irlandese, il cosiddetto backstop, progettato per garantire che, se la Gran Bretagna e l’UE non riescono a risolvere i loro futuri accordi commerciali, non ci può essere alcuna possibilità che venga eretto un confine fisico all’interno dell’Irlanda. Osteggiato dai legislatori euroscettici che temono che intrappoli il Regno Unito in un’unione doganale senza fine con l’Europa, il backstop è considerato il motivo principale per cui l’accordo di Theresa May è fallito al primo voto.

Nel frattempo il principale avvocato della Gran Bretagna, il procuratore generale Geoffrey Cox, aveva visitato Bruxelles nei giorni scorsi per tentare di negoziare termini che potessero soddisfare i legislatori dubbiosi, ma con scarso successo.  Dal canto suo ora i colloqui sulla Brexit sembrano bloccati e il Primo Ministro britannico non ha in programma di andare a Bruxelles.

Data cruciale sarà il 21 e il 22 marzo con il vertice Ue: sia Sia Londra che Bruxelles hanno deciso di concludere i negoziati in questo summit, appena una settimana prima della data ufficiale della Brexit.