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Brexit, bocciato il piano Corbyn. Sì a slittamento divorzio in caso di no deal

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La possibilità che la Brexit venga rinviata è da ieri sempre più probabile. La Camera dei Comuni ha approvato con 502 voti a favore e 20 contrari l’emendamento F presentato dai deputati Cooper e Letwin che impone al governo di calendarizzare un voto sulla proroga dell’articolo 50 se non sarà riuscito a far approvare dal parlamento entro il 13 di marzo il nuovo testo di accordo con Bruxelles.

Per ora intanto la premier Theresa May ha incassato il voto positivo della Camera sulla mozione che prevede negoziati supplementari con Bruxelles. Negoziati che il governo ritiene di poter ancora chiudere positivamente e su cui spera di ottenere la ratifica di Westminster il 12 marzo, come ha insistito oggi in aula il vicepremier di fatto David Lidington, riecheggiando la premier. Dopo aver incassato lo scontato placet dell’aula alla sua mozione, per May il momento della verità è rinviato fra due settimane.

Se anche questo testo sarà nuovamente bocciato, il giorno seguente la Camera avrà la possibilità di votare su una possibile uscita dalla Ue senza accordo. E, dato per probabile questo scenario, il giorno successivo, il 14 marzo, la Camera voterà sulla proroga dell’articolo 50, dunque uno slittamento dell’uscita dalla Ue oltre il 29 marzo.

È stato invece bocciato con 323 voti contro e 240 a favore l’emendamento presentato dal leader laburista Jeremy Corbyn per una Brexit più soft e la permanenza del Regno Unito nell’Unione doganale. Bocciato anche l’emendamento presentato dal deputato Ian Blackford che mirava a far escludere una Brexit no-deal in qualsiasi circostanza e non solo in questo frangente temporale.