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Banco BPM gioca al rialzo nell’operazione Anima: il gruppo bancario milanese ha incrementato il prezzo dell’Offerta Pubblica di Acquisto (OPA) a 7 euro per azione, con l’obiettivo di escludere la società di gestione del risparmio dal listino di Piazza Affari. Questa mossa strategica è stata accompagnata dall’impegno di Poste Italiane e Fsi Sgr ad aderire all’offerta per un totale del 21% del capitale sociale dell’Sgr.
L’annuncio è arrivato nel giorno della presentazione dei dati di bilancio 2024. Dati che hanno mostrato la buona salute dei conti del gruppo, che ha ribadito il suo no all’ops Unicredit.
Dettagli dell’offerta e adesioni
L’aumento del prezzo dell’OPA da 6,20 euro a 7 euro è stato annunciato da Banco BPM e dalla divisione assicurativa Banco BPM Vita. Poste Italiane e Fsi Sgr si sono impegnate ad accettare l’offerta per un numero di azioni pari al 21% del capitale sociale della società di gestione del risparmio, guidata da Alessandro Melzi d’Eril.
Alla luce del pacchetto azionario già detenuto da Banco BPM (22%), il ritocco al rialzo dovrebbe consentire alla banca guidata da Giuseppe Castagna, di ottenere adesioni all’OPA per oltre il 43% del capitale di Anima. Oltre a Poste Italiane (11,95%) e Fsi Sgr (9,77%), un altro azionista rilevante di Anima è Caltagirone con un quota 3,46%. Inoltre, la sgr detiene anche 9.441.730 azioni proprie, pari al 2,96% del capitale.
Secondo quanto riporta una nota del gruppo, gli impegni presi da Poste e Fsi Sgr sono soggetti a condizioni, tra cui l’approvazione del prezzo dell’offerta da parte degli azionisti di Banco BPM, convocati per il 28 febbraio. L’assemblea degli azionisti dovrà deliberare sull’aumento del prezzo da 6,20 euro a 7 euro.
Approvazioni e condizioni
Banco BPM ha già ottenuto l’autorizzazione Antitrust, Golden Power e la modifica statutaria. Tuttavia, l’OPA è soggetta al raggiungimento di una quota complessiva nel capitale di Anima pari ad almeno il 66,67% e alla conferma della possibilità per Banco BPM di applicare all’operazione il trattamento regolamentare del Danish Compromise. La Banca Centrale Europea (BCE) deve ancora approvare l’applicabilità del Danish Compromise, che consentirebbe alla banca di mantenere condizioni regolamentari favorevoli.
I conti BPM
Nel frattempo, Banco Bpm ha comunicato l’andamento dei conti 2024. Un anno archiviato con un utile netto di 1,9 miliardi, in crescita del 51,9% rispetto al 2023. L’utile adjusted ha segnato un aumento del 18% a 1,7 miliardi, oltre il 24% rispetto alla guidance 2024 e il 13% rispetto al target 2026. La banca rivendica quindi di aver raggiunto “risultati senza precedenti, sia in termini di redditività sia di remunerazione agli azionisti”. Quest’ultima vede un dividendo da 1,5 miliardi sul 2024, con un incremento di 650 milioni rispetto al 2023. La cedola per azione è di un euro, con un rendimento dell’11,2% e un payout all’80% (dal 67% del 2023).
Positiva la reazione del mercato: in avvio di seduta, il titolo Banco BPM segna +2,4% grazie anche ai buoni risultati di bilancio, comunicati ieri a mercati chiusi. Anima nel frattempo si allinea a prezzo Opa (0,43% a 7,01 euro)
Piano strategico
Banco Bpm ha inoltre aggiornato il piano strategico per convincere gli azionisti a resistere all’ops di Unicredit. Secondo le ultime previsioni, nel 2027 l’istituto mette in conto un utile netto di 2,15 miliardi, grazie al combinato della crescita “stand alone” di Banco Bpm (1,95 miliardi) e dell’integrazione di Anima (200 milioni).
Gli utili netti cumulati del periodo 2024-2027 saranno pari a 7,7 miliardi “nonostante il forte calo dei tassi di interesse”. La remunerazione dei soci cumulata sarà superiore ai 7 miliardi e superiore ai 6 miliardi “indipendentemente dal trattamento regolamentare relativo all’acquisizione di Anima”, vale a dire se la Bce non riconoscerà l’utilizzo del Danish Compromise.
Secondo quanto si legge nella nota della banca, il punto di arrivo del coefficiente Cet 1 a fine piano è superiore al 14% e maggiore del 13% in arco piano, indipendentemente dal riconoscimento del Danish Compromise. Nel 2025 Banco Bpm si aspetta un utile netto ‘superiore all’utile netto adjusted 2024’, pari a 1,7 miliardi.
“Con la pubblicazione degli eccellenti risultati del gruppo e l’aggiornamento degli obiettivi di piano” l’offerta di Unicredit “contrasta in maniera sempre più evidente con la dimostrata capacità di Banco Bpm di produrre performance eccellenti, con prospettive di ulteriore crescita e profittabilità concrete, credibili e realizzabili” ha detto l’ad di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, e il presidente, Massimo Tononi. Nella nota si ribadisce, dunque, che il “quadro complessivo” e le “prospettive di sviluppo e crescita” date dagli “straordinari risultati” confermano il giudizio negativo già espresso sull’Ops di Unicredit.