
Fonte: Getty Images
Dopo le turbolenze delle ultime sedute, la nuova settimana si apre con un forte rimbalzo delle Borse con molti indici che si sono riportati vicino ai massimi storici. A innescare il rally è stata la notizia dell’accordo tra Stati Uniti e Cina per una riduzione dei dazi, annunciata dalla Casa Bianca. Una svolta accolta con entusiasmo dagli investitori, desiderosi di segnali di distensione sul fronte commerciale globale.
L’effetto immediato si è fatto sentire prima in Europa, e ora si prepara a contagiare anche Wall Street.
Tregue geopolitiche spingono l’ottimismo sui mercati
Dopo il bagno di sangue delle ultime settimane, dal fronte geopolitico arrivano segnali di distensione. Non solo la tregua commerciale tra USA e Cina. L’Ucraina, insieme ai leader europei, ha chiesto una pausa di 30 giorni nel conflitto con la Russia, che avrebbe avanzato una controproposta per avviare colloqui in Turchia questa settimana. Intanto, il cessate il fuoco tra India e Pakistan regge da sabato.
E in questo scenario, le Borse riprendono fiato. “Il DAX guadagna il +18% da inizio anno, miglior performance da gennaio degli ultimi dieci anni, sostenuto anche da un cambio di passo nella politica fiscale tedesca, con Berlino tornata a usare la spesa pubblica come leva economica” come sostiene Gabriel Debach, analista di eToro.
Simile la dinamica per Madrid: l’Ibex segna +17%, miglior avvio decennale, sostenuto da trimestrali bancarie solide e aspettative di consolidamento nel settore. A Milano il FTSE MIB è a +17%, secondo miglior inizio d’anno dal 2015, con il comparto bancario che continua a sorprendere per redditività, distribuzione di capitale e fermento da risiko. Solo Parigi (+6%) e Amsterdam (+5%) restano indietro, con performance ancora a una cifra.
Dove può arrivare questo rally?
Secondo gli analisti di MPS Capital Services, “la fase che abbiamo di fronte è in grado di sostenere nel breve il momento positivo per gli asset rischiosi in atto da circa un mese”. Gli stessi esperti avvertono che “la realtà dei negoziati non mancherà di generare volatilità, ma evidentemente le cose hanno imboccato il sentiero giusto, e i mercati stamane non hanno mancato di prenderne nota, con forti rialzi dei future azionari e dei rendimenti obbligazionari e un recupero del dollaro”.
Secondo Debach, la corsa dei mercati può proseguire, ma con una condizione chiave: che tutto resti stabile. “L’Europa, oggi, non è in pace: è in tregua. Finché le trattative restano aperte, i mercati restano ancorati alla narrativa della distensione. Ma se la diplomazia dovesse fallire, il rischio è di vendite improvvise”.
In altre parole, “i mercati non stanno solo scontando la tregua. Stanno già prezzando la pace. Ma senza un accordo vero, stabile e duraturo, il rischio è che i guadagni si rivelino fragili quanto la diplomazia che li ha sostenuti. A questi livelli, il margine d’errore è vicino allo zero. E quando questa è la premessa, la prudenza non è più una virtù”.
Giorgio Vintani, analista e consulente finanziario indipendente, conferma l’importanza del fattore dazi nel recente rimbalzo: “A mio avviso, le basi per il recupero possono essere individuate nella riduzione dell’incertezza dovuta ai dazi”. Secondo Vintani, “gli USA stanno adottando una politica decisamente più accomodante di quella esposta in precedenza, quindi il mercato scommette su una forte riduzione, se non eliminazione, dell’incertezza dovuta ai dazi e al conseguente rallentamento economico”.
Le stime sull’indice S&P 500, spiega, “sono state riviste al ribasso proprio a causa di questo problema, nonostante gli utili continuino a essere buoni. Se il problema venisse risolto, o ridimensionato, è probabile che si rivedano alcuni dei target esposti in precedenza”. Infine, Vintani sottolinea il ruolo della Germania: “In particolare, la Germania beneficia del nuovo programma di spesa dovuto al riarmo dell’Europa e a una politica monetaria accomodante da parte della Banca centrale europea. In definitiva, io resto ottimista”.