MILANO (WSI) – Dopo una escursione in territorio negativo, Borsa Milano si è spinta in territorio saldamente positivo, con l’indice Ftse Mib che è salito di oltre un punto percentuale. Piazza Affari risulta così tra le migliori d’Europa, in sintonia con l’avvio tonico di Wall Street.
L’indice principale milanese ha guadagnato l’1,22% a 19.468 punti, spinto dai titoli bancari che hanno beneficiato della discesa dello spread sotto la soglia dei 200 punti, livelli che non si vedevano da circa due anni e mezzo.
Tra le blue chip, exploit per Bpm (+8%), nel giorno in cui si è riunito per la prima volta il nuovo consiglio di sorveglianza che ha avviato l’iter per la nomina del nuovo organo di gestione. In spolvero Mediaset (+5,69%), Banco Popolare (+5,59%), Bper (+5,42%), Mediobanca (+5,28%) e Telecom Italia (+4,16%) sulle attese di una revisione della governance, in vista del cda del 16 gennaio, e di un’evoluzione del dossier Tim Brasil. In evidenza anche Unicredit (+3,47%) e Intesa Sanpaolo (+3,28%).
Sul listino completo sugli scudi Rcs (+7,9%) spinta dalla notizia che il gruppo da febbraio gestirà la raccolta pubblicitaria nazionale su carta e online per La Stampa.
Senza scosse il collocamento di nuovo debito irlandese. Attraverso un un consorzio di banche, Dublino ha rastrellato 3,75 miliardi di euro di bond a 10 anni riconoscendo agli investitori un rendimento del 3,54% in calo rispetto al 2% pagato nel precedente collocamento. Lo spread sul Bund e’ pari a 166 punti. Lo riportano i traders dell’obbligazario.
Sul mercato dei titoli di stato, spread sotto 200, in calo -2,20% a 196 punti base. Tassi BTP decennali -1,33% al 3,87%.
Azionario europeo in ripresa dopo la sessione mista in Asia e il calo di Wall Street, che ha visto lo S&P 500 chiudere in ribasso per la terza sessione.
Bill Stone, responsabile strategist sugli investimenti di PNC Asset Management, sottolinea che i principali market mover dei mercati, questa settimana, saranno “le minute della Fed di mercoledì e soprattutto il rapporto sull’occupazione Usa di dicembre, che sarà reso noto venerdì”. Focus anche sulla riunione della Bce, dopodomani 9 gennaio e sulle dichiarazioni del presidente Mario Draghi, dopo che il dato sull’inflazione in Eurozona ha riacceso i timori sulla minaccia della deflazione.
Negli Stati Uniti, dubbi sul rallentamento dell’economia, dopo la pubblicazione dell’Ism servizi di dicembre, che è scivolato al minimo in cinque mesi e al di sotto dei 54,6 punti attesi dal consensus. In evidenza la conferma di Janet Yellen, ufficialmente neo presidente della Federal Reserve.
Nuovi sell sulla borsa di Tokyo, in calo -0,59% sulla scia di Wall Street e del rafforzamento dello yen.
Altri listini asiatici: Hong Kong +0,17%, S&P/ASX 200 -0,15%, Shanghai piatto con +0,08%, Kospi +0,32%.
Sul valutario, euro +0,12% a $1,3643; dollaro/yen +0,19% a JPY 104,41; euro/franco svizzero +0,37% a CHF 1,2363. Euro/yen +0,32% a JPY 142,43.
Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio +0,44% a $93,84, il prezzo dell’oro +0,08% a quota $1.239 l’oncia.