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Borsa Milano sotto i massimi: rimonta euro

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Milano – Sul finale le borse europee difendono con le unghie i guadagni accumulati nel corso della seduta, restando aggrappate in territorio positivo. Il tutto nonostante l’ennesima bocciatura arrivata da S&P.

Il Ftse Mib avanza dello 0,69%, chiudendo pero’ lontano dai massimi di giornata. L’indice di riferimento delle piazze del Vecchio Continente Eurostoxx 50 avanza dell’1,1%, Londra fa +0,47%, Francoforte +1,52%, Parigi +1,01%. Tra le singole societa’ si mette in luce il colosso minerario Rio Tinto. I titoli registrano un progresso di +1,5% dopo aver annunciato che la produzione di minerali ferrosi e’ salita su livelli record nell’ultimo trimestre.

Dopo il downgrade di massa di venerdì scorso, con cui la Francia ha perso la tripla A e l’Italia è stata declassata di ben due notch, ovvero gradini, a “BBB+” – due tacche sopra la spazzatura – l’agenzia di rating è tornata alla carica e ha declassato anche la valutazione del Fondo salva stati.

Ma oggi si guarda ad altre notizie, per lo piu’ positive, come la pubblicazione dell’indice Zew sulla fiducia degli investitori tedeschi, che si è attestato a un valore decisamente migliore delle stime. Riflettori anche sul dato relativo all’inflazione dell’Ue-17 che si è attestata su base annua al 2,7%, nel dicembre del 2011, rispetto al 3% di novembre.

Analizzando nel dettaglio le cifre del vero market mover macro di giornata, l’indicatore Zew, si nota un forte balzo a -21,6 a gennaio dai -53,8 di dicembre. Secondo quanto riporta Bloomberg, gli analisti avevano previsto un valore decisamente più basso, a -49,4 punti.

La Banca d’Italia, nel frattempo, ha pubblicato le stime sulla crescita del nostro paese per i prossimi due anni. Vista una forte contrazione del Pil nel 2012 sia nello scenario con uno spread fra il Btp e il Bund decennale che si mantiene nel corso dell’anno a 500 punti base, sia nell’eventualità che scenda di circa 200 punti base, ai livelli della scorsa estate.

All’interno del listino milanese titoli bancari contrastati: MPS +0,75%, Unicredit +3,69%, BPM -0,79%, Ubi Banca -1,05%, Intesa SanPaolo +1,99%, Banco Popolare +1,04%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna -0,42%. In crescita riguardo agli altri settori Fiat, +2% nonostante i dati poco confortanti relativi alle immatricolazioni in Europa. In rialzo anche Fiat Industrial +1%, Impregilo +1,33%, Pirelli +1,81%, Parmalat +1,35%, Prysmian +1,82%, Terna +0,88%.

Standard & Poor’s ha tagliato il rating dell’European Financial Stability Facility (Efsf) a ‘AA+’ da ‘AAA’. “La situazione è molto grave e non dobbiamo nascondere questo dato di fatto”, ha commentato il governatore della Bce, Mario Draghi, aggiungendo, in riferimento alle agenzie di rating che “dobbiamo imparare a vivere non senza di loro, ma con loro, dando un potere molto più limitato di quello che hanno attualmente”.

Intanto, il Giappone ha affermato che continuerà ad acquistare obbligazioni del Fondo salvastati nonostante il downgrade e lo stesso presidente del Fondo, Klaus Regling ha dichiarato che “l’euro non affonderà”, aggiungendo che i timori degli investitori sulla possibilità di una scomparsa della moneta unica “sono infondati”.

Sempre Fitch ha poi confermato, per voce del suo direttore manageriale, intervenuto da Stoccolma, che la Grecia e’ destinata a fare default prima del 20 marzo, quando scade un maxi debito da 14,5 miliardi. La stessa agenzia di rating ha avvertito inoltre della possibile riduzione dell’esposizione degli investitori nei confronti dei covered bond delle banche italiane, spagnole e portoghesi – su cui pesa il rischio sovrano. Cio’ potrebbe escludere queste ultime dai benefici di un rinnovato interesse degli investitori verso questo strumento e prolungare la loro dipendenza dai finanziamenti della Bce. L’agenzia ha citato i risultati di un sondaggio annuale condotto a dicembre tra 100 investitori.

In un’Europa con il volto decisamente cambiato – in tutto nove paesi sono stati declassati – aumentano i timori sul crack dell’Eurozona, anche ne nella giornata di ieri sui mercati non c’è stato alcun tonfo post-S&P e anzi, Milano ha fatto anche uno scatto in avanti nel finale. E lo stesso trend sembra proseguire oggi, con il Ftse Mib e gli altri listini europei che continuano ad avanzare, guardando anche al dato relativo al pil della Cina. Certo, con un rialzo dell’8,9% nel periodo ottobre-dicembre del 2011, la Cina è cresciuta al tasso più basso degli ultimi trimestri: il dato è stato però superiore alle attese e ha confermato la solidità dei fondamentali del paese.

Sui mercati dei titoli di stato, i buoni dati macroeconomici e l’onda lunga del pesante intervento di ieri della Bce hanno determinato un calo del Bund e un restringimento degli spread fra periferie e ‘core’. La situazione e’ rimasta pertanto sotto controllo. Lo spread tra i rendimenti dei Btp decennali e quelli degli omologhi tedeschi è in calo di più del 3% a 468 punti base, a fronte di un rendimento anch’esso in flessione al 6,51%. Da segnalare anche il successo con cui la Spagna ha collocato titoli di stato per 4,9 miliardi di euro.

Sul fronte valutario valutario, intanto, la moneta unica si conferma in risalita, per la prima volta in tre sedute, a seguito dei dati cinesi di questa mattina, che hanno mostrato una crescita del pil superiore alle attese nel quarto trimestre, ridando forza all’appetito per il rischio sul mercato. L’euro sale nei confronti del dollaro e nel tardo pomeriggio italiano guadagna lo 0,63% a quota $1,2737; nei confronti del franco svizzero la moneta unica è piatta a CHF 1,2090, mentre contro lo yen sale dello 0,67%, a JPY 97,85.

Per terminare la panoramica sui mercati, Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio sono in progresso dell’1,11%, a quota $99,80 al barile, mentre le quotazioni dell’oro avanzano a $1.659,10 l’oncia (+1,74%). Il prezzo del greggio Brent sale sopra i 112 dollari al barile sostenuto da un dollaro debole e dalle aspettative di una crescita costante della domanda dopo i dati sulla crescita del Pil diffusi dalla Cina.

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