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Borsa Milano, scrollone: -1,7%. Sell su banche

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Milano – Piazza Affari maglia nera tra le Borse europee. Pur limando le perdite sul finale, l’indice principale Ftse Mib ha chiuso in calo dell’1,68% a 15.830 punti, trascinato dalla debacle dei titoli bancari. E’ stata comunque una seduta perlopiù di vendite sulle Borse europee in scia a dati macro poco incoraggianti provenienti da Cina, Europa e Stati Uniti, che hanno gettato ombre sull’andamento dell’economia mondiale. A Milano Mps ha lasciato sul terreno il 5,32%, Bper il 5,01%, Banco Popolare il 4,37%, Bpm il 4,1%, Mediobanca il 3,55%. Sul fronte del mercato obbligazionario, è salito in area 340 punti base lo spread tra Btp e Bund decennali rispetto ai 330 della chiusura di ieri. Tasso Btp 10 anni in salita, poco sotto 5%. Euro sotto 1,30 dollari.

“Rotto il livello dei 16.000 punti l’indice continua a scivolare rapidamente verso il basso”, commenta a Reuters un trader di Piazza Affari. “L’elemento più pesante, il comparto bancario, trascina giù tutto il listino. Ma non ci sono particolari novità rispetto a stamattina”.

Tra le altre piazze del continente, l’indice Ftse 100 londinese lascia sul campo lo 0,7%. A Francoforte il Dax perde lo 0,5% e il Cac 40 di Parigi lo 0,8%. Giu’ dell’1% circa Madrid. Il benchmark europeo FtsEurofirst 50 perde lo 0,65%.

L’appuntamento di giornata, ovvero la nuova asta di bonos spagnoli, non ha deluso le aspettative che erano in linea generale per un risultato positivo. La Spagna tira infatti il fiato dopo aver superato la prova di mercato. Nell’effettuare una nuova asta di titoli di Stato, emissioni a 3 e 10 anni che erano guardate come un nuovo banco di prova specialmente nel secondo caso, il Tesoro di Madrid ha complessivamente piazzato 4,8 miliardi di euro, più del previsto e ai massimi da gennaio, assistendo inoltre a nuovi rassicuranti cali dei tassi.

Sul fronte macro dopo la delusione in Cina, in Germania i prezzi alla produzione sono aumentati in agosto dello 0,5% mensile e dell’1,6% tendenziale. I numeri si sono rivelati sostanzialmente in linea con le previsioni degli esperti (+0,5%/+1,6%). In compenso il PMI sui servizi teedeschi e’ risultato migliore del previsto, attestandosi a 50,6 contro i 48,5 attesi. L’analogo indice manifatturiero vale invece 47,3.

Sia il settore manifatturiero dell’Eurozona che quello dei servizi hanno registrato entrambi forti tassi di contrazione. A 45,9 punti il Purchasing managers index (Pmi) è finito ai minimi dal giugno del 2009, a fronte dei 46,3 punti di agosto e deludendo decisamente le attese, visto che in media gli analisti prevedevano un lieve miglioramento.

Se la produzione industriale si è ridotta al tasso più lento dallo scorso aprile, il calo delle attività del terziario ha toccato il valore più alto dal luglio del 2009. E’ il risultato di una accelerazione della perdita di nuove commesse, afferma Markit con un comunicato, la maggiore su base mensile dal maggio del 2009.

In Italia le ultime cifre confermano il rallentamento dell’economia reale: gli ordini all’industria hanno accusato in luglio un calo del 4,95% rispetto al 2011. Nel mese precedente contrazione del 9,4% (numeri rivisti in meglio da -10,8%). Si prevede inoltre che con il restyling del Documento di economia e finanza, che sara’ approvato domani dal Consiglio dei ministri, il governo rivedra’ in ribasso le previsioni sul Pil in una forchetta compresa tra il -2 e il -2,2% per il 2012, ben un punto percentuale in meno rispetto all’1,2% previsto in aprile.

In agenda anche il consiglio direttivo della Bce, durante il quale un Mario Draghi in versione Mefistofele continuera’ la sua opera di persuasione e convincimento verso politiche espansive e di supporto ai paesi piu’ in difficolta’. Dalla sua potra’ contare sui primi effetti gia’ ottenuti sul mercato dei titoli di stato. Da quando e’ stato annunciato il piano di acquisto di bond della periferia, gli spread con i rendimenti dei Bund tedeschi si sono ristretti.

Ha chiuso in rosso dell’1,57% la Borsa giapponese, al termine di una seduta dove hanno prevalso i realizzi legati ai recenti guadagni e il pessimismo generato dal rafforzamento dello yen, destinato a rendere meno competitive le imprese nipponiche nell’export. A deprimere le quotazioni ha contribuito anche un dato cinese che rileva, per il mese di settembre, un’attivita’ manifatturiera debole per l’undicesimo mese consecutivo.

BTP – Lo spread Btp-Bund rimane sale dai livelli di ieri, scambiando a 342 punti base. Il rendimento dei titoli di Stato italiani a dieci anni è invece in rialzo al 5,02%. Il differenziale calcolato sui Bonos spagnoli si attesta a 418 punti per un tasso del 5,74%.

ALL’INTERNO DEL FTSE MIB – Vendute le banche, in particolare le due big Unicredit e Intesa in ribasso di oltre l’1,5%. In controtendenza invece Mediobanca. Debole anche il settore dell’energia e gli industriali. Vola ancora Rcs, che segna un calo teorico del 12,8% dopo che ieri il titolo era salito del 14,4%.

ALTRI MERCATI: Sul valutario, l’euro cede lo 0,7% a quota $1,2954. Il cambio dollaro yen scende dello 0,18% a 78,2400 yen. Euro in calo sul franco svizzero a 1,2084 franchi (-0,15%). All’interno del comparto delle materie prime, il greggio quotato a New York fa -0,81% a $91,080 il barile. Prezzi dell’oro in flessione dello 0,48% a $1.763,200 l’oncia.

HIGHLIGHT DI GIORNATA:

– L’attivita’ aziendale in Francia e’ scivolata in settembre: l’indice PMI composito e’ calato a 44,1 da 48 punti in agosto.

– Borsa Tokyo: indice Nikkeri chiude in ribasso dell’1,57%.

– Euro in forte calo sul dollaro, alle 8.10 italiane a $1,2973 (-0,57%).

– Petrolio: ancora giu’a 91,01 dollari il barile.

– Oro: in calo a 1.765 dollari in Asia.

– L’indice Nikkei della Borsa di Tokyo termina la giornata in calo, con -145,23 punti (-1,57%) a 9.086,98 punti.

– Borse Asia virano in rosso. Deludono dati Cina.

– I paperoni della classifica Forbes.

– Wall Street in leggero rialzo: dati immobiliare e stimoli BoJ.

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