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Borsa Milano scivola, si smorza tensione BTP. Euro sotto $1,30

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Milano – Le borse europee archiviano la giornata di contrattazioni in ribasso, ma riducendo le perdite sul finale, nel giorno dell’apertura dei lavori del World Economic Forum che, come ogni anno, si tiene a Davos, in Svizzera. Presenti tra i big delle economie e della finanza globale, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il segretario al Tesoro Usa Timothy Geither e il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde.

L’azionario ha ignorato oggi la pubblicazione dell’indice Ifo tedesco – che misura le aspettative delle imprese in Germania -, che si è attestato a un valore decisamente superiore alle stime, salendo a gennaio a 108,3 punti, contro i 99 punti attesi dal consensus.

Comunicate anche le vendite al dettaglio in Italia, che a novembre sono scese dello 0,3% su base mensile e dell’1,8% su base annua.

Torna tra gli investitori la cautela. Dopo aver perso però fino a -1%, a Piazza Affari il Ftse Mib cede poco piu’ di mezzo punto percentuale in chiusura (-0,56%) a quota 15.840 punti; l’indice di riferimento Eurostoxx perde lo 0,49%, Londra fa -0,67%, Francoforte -0,06%, Parigi -0,28% e Atene l’unico listino con il segno positivo, che segna un balzo superiore al 6%.

Occhi puntati sul Ftse Mib in particolare a Unicredit, che ha lanciato il riacquisto di bond emessi dalla banca e da due controllate su un valore nominale di 5,5 miliardi di euro. Il titolo è arrivato a balzare fino a +5%, poi ha virato in rosso e ora è di nuovo in crescita con +1,92%. Bene nel finale anche Ubi Banca +0,18%, mentre Banca Popolare dell’Emilia Romagna riduce notevolmente i cali a -0,66%. MPS rimane positiva con +1,40% Banco Popolare brilla con +5%, BPM +1,59%; Intesa SanPaolo in lieve ribasso con -0,34%. Tra gli altri titoli, male Stm -3,29%, Telecom Italia -1,71%, Eni -2,60%, Mediaset -2,62% e Tod’s, la peggiore con -4%. Brilla invece Diasorin, che balza più del 6%, grazie alla notizia, resa nota dalla stessa società di aver acquistato azioni proprie con un’operazione di buy back, pari a 740.000 unità, dal 9 al 16 gennaio.

Sul fronte del mercato dei titoli di stato, lo spread Italia-Germania è sempre in rialzo ma smorza i guadagni e si attesta a 424 punti base, a fronte di un rendimento in rialzo al 6,22%. Nella tarda serata di ieri, è arrivato il comunicato del Fmi, che ha confermato la recessione in Italia, prevedendo per quest’anno una contrazione del Pil del 2,2% e per l’anno prossimo dello 0,6%. L’istituto di Washington ha comunque apprezzato gli sforzi del premier Mario Monti e ha affermato di credere che l’Italia raggiungerà il pareggio dei conti nel 2013, grazie alla manovra. Positivo, intanto, l’esito dell’asta tedesca.

In Europa, rimane il problema Grecia, mentre proseguono le negoziazioni tra i creditori privati e il paese per evitare il default. La fase di ristrutturazione del debito, tuttavia, si complica. In gioco oltre ai privati anche la Bce che, nell’ambito del programma di sostegno al debito pubblico dei paesi dell’Eurozona, si ritrova in pancia circa 50-60 miliardi di euro in titoli greci.

Intanto, in un’intervista radiofonica, il numero uno del Fmi Christime Lagarde ha auspicato una fusione tra il fondo di salvataggio temporaneo attuale EFSF e quello permamente Esm; tale operazione, a suo avviso, potrebbe alimentare la fiducia in Europa. Ma le resistenza della cancelliera tedesca Angela Merkel sono note a tutti.

Pesano poi oggi anche alcune notizie arrivate dal fronte aziendale: tra i protagonisti Ericsson, il numero uno al mondo dei produttori di reti wireless, che ha assistito a un tonfo del titolo del 13% dopo aver reso noto utili netti che, nel quarto trimestre, hanno deluso le attese degli analisti. Non hanno convinto i mercati neanche i risultati di Novartis, colosso farmaceutico numero uno in Europa, che vede il titolo perdere piĂą del 3%.

Forti guadagni invece per ARM Holdings Plc, che ha accolto con favore i conti incredibili di Apple, che ha visto i propri utili quasi raddoppiare.

Sul fronte valutario, l’euro riduce i cali e cede lo 0,44%, a $1,2974. La moneta unica torna piatta verso il franco svizzero a CHF 1,2083, mentre torna a salire nei confronti dello yen con +0,26%, a JPY 101,5073. La valuta giapponese è stata messa però sotto pressione nei confronti del dollaro dalla notizia del primo deficit commerciale del Giappone dal 1980.

In calendario nella giornata di oggi l’appuntamento cruciale della riunione della Fed, iniziata ieri. Scontata la decisione sui tassi sui fed funds, che rimarranno ai minimi storici. Molta più attenzione verrà data al comunicato di Ben Bernanke e colleghi. C’è qualcuno infatti che spera ancora in nuove misure di quantitative easing, sebbene la congiuntura americana stia mostrando segnali di miglioramento. L’annuncio sui tassi arriverà alle 20.15 ora italiana, quindi quando le borse europee avranno già chiuso da un pezzo.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio scendono dello 0,61%, a quota $98,35 al barile, mentre le quotazioni dell’oro arretrano dello 0,58%, a $1.654,90.

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