Mercati

Borsa Milano salvata dalle lobby. Interviene Goldman Sachs e compra Btp

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Milano – La Borsa di Milano archivia le contrattazioni poco sotto i massimi della seduta, quando ha guadagnato più del 2% dopo la spinta arrivata da Goldman Sachs: la banca americana ha sottoscritto nel primo trimestre 2,3 miliardi di dollari di titoli di stato dell’Italia ed ha incrementato l’esposizione su una serie di paesi della periferia dell’Europa.

L’indice Ftse Mib di Piazza Affari ha guadagnato l’1,69%, attestandosi poco al di sopra di quota 14.000. In ripresa i titoli bancari, subito prima della notizia invece sottoposti a intense pressioni. Il presidente della Bce Mario Draghi e il presidente del Consiglio Mario Monti sono ambedue “alumni” di Goldman Sachs. L’intervento della banca americana fa parte di una precisa strategia, volta a creare una ciambella di salvataggio all’Italia. La tattica di Goldman Sachs è opposta a quella annunciata dal governo della Cina, che ha dichiarato invece lo stop all’acquisto di bond dei paesi periferici dell’Europa, troppo a rischio.

Sul mercato dei titoli di stato, lo spread Italia-Germania a 10 anni beneficia dell’aiuto di Goldman Sachs e inverte la rotta, perdendo -2,59% a 395,65 punti base, a fronte di rendimenti sui BTP a dieci anni in flessione dell’1,61% al 5,50%.

Sul fronte delle notizie italiane, focus sulla strategia del premier Mario Monti per la crescita: di fatto, il presidente del Consiglio esenterà per tre anni le spese per gli investimenti in alcuni comparti dai vincoli di bilancio Ue e del fiscal compact. Riguardo alle altre borse europee, Londra +0,28%, Francoforte +0,62%, Parigi +0,14% e l’indice di riferimento del continente +0,78%.

Un elemento che è stato accolto positivamente dagli investitori è stato l’incarico affidato all’ex ministro delle finanze Evangelos Venizelos e leader del partito socialista Pasok di formare un governo in Grecia. Ma nessuno si fa false illusioni sulla difficoltà del progetto, che alle spalle ha già due fallimenti. Inoltre, arrivano i numeri del sondaggio della Bce, che parlano di peggioramento del Pil e disoccupazione e anche di una inflazione più alta nell’Eurozona. Come se non bastasse poi, Confindustria aggiorna le stime sull’economia italiana, dichiarando di prevedere una flessione superiore all’1% nel secondo trimestre dell’anno, al ritmo peggiore dal 2009, e a conferma del “double dip” che il paese sta attraversando.

La Grecia rimane sotto i riflettori; ieri le incertezze sul suo futuro e su quello dell’Eurozona hanno portato l’indice Stoxx Europe 600 a scivolare al minimo in quasi quattro mesi. “Nella giornata di oggi il leader socialista del Pasok, Evangelos Venizelos, tenterà di creare una coalizione di governo, ma in caso di insuccesso, si deciderà di andare alle urne a giugno – avverte Nam Truong, trader di Capital Spreads a Londra, in una intervista rilasciata a Bloomberg – Tuttavia, un’altra elezione senza una maggioranza sarebbe disastrosa e sconvolgerebbe l’intera Eurozona”.

I problemi europei, insomma, sono sempre dietro l’angolo. Il compito sarà particolarmente arduo, anche perchè proprio il Pasok viene visto dai greci come l’archietto delle misure di austerity. Un sondaggio di Bloomberg Global mette in evidenza che più del 50% degli investitori ritiene che la tragedia greca si concluderà con un’uscita del paese dall’Eurozona entro quest’anno. La tensione di fondo dei mercati è alimentata però anche dalla Spagna, all’indomani del balzo dei tassi sui bond spagnoli a dieci anni, che si sono portati sopra la soglia del 6%, fino al 6,08%. Per effetto di Goldman Sachs, la tensione sul mercato dei titoli di stato periferici si allenta e i rendimenti spagnoli scendono dell’1,32% al 5,99%. Da segnalare poi l’apertura della Germania verso l’inflazione con il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeble che ha affermato che “in Germania un 2-3% è un tasso accettabile”.

Tra i titoli scambiati sul Ftse Mib, Mediaset che ieri è letteralmente crollata sulla scia dei risultati di bilancio recupera terreno grazie all’inversione di rotta del Ftse Mib e balza del 4,82%.

Occhio ancora a Mps, dopo il blitz della Guardia di Finanza: le perquisizioni hanno avuto come oggetto l’operazione di acquisto di Antonveneta, che ha permesso allo storico istituto toscano di diventare il terzo d’Italia. Perquisita anche la casa dell’attuale presidente dell’Abi ed ex numero uno della banca senese, Giuseppe Mussari, e Mediobanca, che risente tra l’altro oggi dei risultati di bilancio che non sono piaciuti al mercato, visto il crollo degli utili, alimentato dalle svalutazioni anche di titoli di stato greci. L’utile netto dei primi nove mesi dell’esercizio è scivolato a 104 milioni rispetto ai 418 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente.

Ma la notizia Goldman Sachs fa passare in secondo piano i problemi dei fondamentali delle banche italiane, e anche le indagini in corso (su MPS). MPS recupera dopo le batoste dei giorni scorsi; Unicredit +6,61% dopo la pubblicazione dei conti del primo trimestre del 2012 e le rassicurazioni dell’ad Federico Ghizzoni. Le quotazioni hanno perso però in 12 mesi più del 74%. Intesa SanPaolo +6,35%. Mediobanca rimane invece sotto pressione e chiude a -1,39%. Lettera anche su Popolare Milano (-1,37%).

Molto bene Azimut: il +7,36% le vale il terzo gradino del podio. Seconda si piazza A2A, con oltre +8%. Enel Green Power, che balza del 9,06%, chiude in vetta al listino. Nella classifica del solare 2011 l’Italia si e’ classificata seconda dietro alla Germania.

Tra gli altri titoli, in netto calo Pirelli con -9,71%, nonostante gli utili del colosso siano cresciuti in modo notevole nei primi tre mesi del 2012. Il profitto e’ balzato del 54% a 125,3 milioni di euro. Sotto i riflettori i conti di Telecom Italia, che hanno messo in evidenza una crescita degli utili del 10%; attenzione anche all’annuncio sul possibile scorporo di la 7, che diventerà una società ad hoc. La società ha confermato tutti gli obiettivi per il 2012. Il titolo smorza gran parte dei guadagni sul finale. Si distinguono in negativo anche Fiat Industrial -1,78% e Tod’s -1,94%.

Tra le altre notizie societarie protagoniste in Europa, gli utili di Deutsche Telekom, che hano superato le attese degli analisti; il titolo spagnolo Bankia perde invece terreno dopo la decisione della Spagna di nazionalizzare la banca.

In ambito valutario, l’euro rimane sotto i riflettori, dopo aver sfondato l’importante soglia psicologica a quota $1,30; la moneta unica torna a salire nei confronti del biglietto verde e segna +0,22% a $1,2961, recuperando terreno anche verso lo yen con +0,57% a JPY 103,58. Dollaro/yen +0,31% a JPY 79,90.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio cambiano rotta e salgono dello 0,23% a $97,03 al barile, mentre le quotazioni dell’oro sono piatte con +0,09% a $1.595,70 l’oncia.

Riguardo agli altri mercati azionari globali, sessione negativa in Asia, ancora concentrata sui problemi europei.