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Borsa Milano in perdita, tiene solo grazie allo spread

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MILANO (WSI) – E’ stata un’altra giornata nervosa sui mercati azionari europei. Sul finale la Borsa di Milano e’ ritornata in prossimita’ dei minimi di giornata cedendo in chisura lo 0,61% a 15.533,04 punti. Ribassi limitati grazie al restringimento dello spread tra i titoli di Stato di Italia e Germania, che si attesta in area 303 punti.

“Ci siamo allineati a un mercato europeo un po’ perplesso rispetto a un contesto economico incerto. I dati macro diffusi stamane non hanno contribuito a modificare questo scenario. Non si assiste tuttavia a grossi scossoni ed è possibile anche che i listini vedano nelle prossime ore un recupero” commenta a Reuters un analista di Piazza Affari.

In generale Europa tinta di rosso, pesa anche il forte calo dell’indice Zew della fiducia delle imprese, che alimenta i timori sul futuro della Germania.

Sul versante del mercato dei titoli di stato, a tenere il differenziale sotto controllo contribuisce l’ottimo esito del collocamento della quarta tornata di BTP Italia che, viste le adesioni che hanno superato i 9 miliardi di euro soltanto nella giornata di ieri, chiuderà anticipatamente nella giornata di oggi.

Riguardo all’emissione della sola giornata odierna, l’asta ha raccolto più di mezzo miliardo di euro nei primi quindici minuti di contrattazioni.

L’esito non è tuttavia sufficiente a limare l’avversione al rischio che ha preso d’assalto nelle ultime ore i mercati azionari globali, innescando una corsa a valute rifugio come yen e dollaro, ma anche portando gli investitori a posizionarsi sui Treasuries. La corsa agli acquisti ha portato il rendimento decennale a chiudere all’1,68%: si tratta del livello di chiusura minimo del 2013.

I mercati scontano anche la tragedia che ha sconvolto l’America e il mondo intero, facendo tornare alla mente l’11 settembre. Wall Street ko, con il Dow Jones che ha perso -1,8%, -265 punti, a 14.559 punti, lo S&P 500 -2,3% a 1.552.

Le quotazioni dell’oro sono crollate nel finale della sessione di ieri -9,3%, a $1.361,10, riportando il tonfo maggiore dal 1980. L’argento ha ceduto -13%, le quotazioni del petrolio WTI sono calate ieri -4,4%. Nell’ultima ora delle contrattazioni degli indici Usa, il Vix, l’indice della paura, è balzato +43% a 17,27. Oggi la situazione sembra più sotto controllo, l’oro segna un rialzo e i futures americani puntano anch’essi verso l’alto.

Si teme però che la seduta di ieri possa aver inaugurato un nuovo sentiment: i listini azionari globali hanno scontato prima di tutto il Pil cinese, con gli investitori che hanno guardato stupefatti al crollo dell’oro, dopo che a Cipro è stato ordinato di vendere una quantità pari a 3/4 delle sue riserve totali per far fronte al suo salvataggio; poi, è arrivata la notizia dell’ attentato di Boston, che ha dato il via a libera a una vera e propria ondata di sell a Wall Street.

Guardando alle dinamiche dell’azionario in senso stretto, Art Hogan, di Lazard Capital Markets , afferma che il trend “ha certamente gli elementi che indicano quella correzione che attendevamo. I fattori di catalizzazione, a livello singolo, non sono stati sufficienti a rallentare la corsa dei listini…ma ora abbiamo un mix di elementi, come il rallentamento dell’economia cinese, la stagione degli utili, e due settimane di dati economici (Usa) che non si sono rivelati affatto confortanti”.

“Ritengo prima di tutto, da un punto di vista umano, che la gente vorrà sapere esattamente quante persone sono state ferite e in che modo – ha commentato Ward MacCarthy, responsabile economista di Jefferies – Ma si vorrà sapere soprattutto chi ha orchestrato l’attentato. Ciò aiuterà a dare una risposta alla domanda se qualcosa del genere potrà accadere ancora. L’interrogativo è: si tratta di un incidente isolato, o del primo di una serie?”.

Carter Worth, responsabile analisi tecnica presso Oppenheimer Asset Management sottolinea che il sell off era atteso da tempo, ma che al momento non è chiaro se quello delle ore precedenti sia stato l’inizio di una correzione più pesante.

“La parte peggiore è che molte persone si sono posizionate molto sui mercati. L’investitore retail ha versato flussi di denaro dal mese di gennaio”. Su chi è interessato agli indici Usa, il suo consiglio è di privilegiare i titoli di prodotti di consumo o farmaceutici”.

E c’è poi chi invece afferma che proprio il tonfo dell’oro deve essere considerato un motivo per avere fiducia nell’azionario.

Dal fronte economico italiano le esportazioni hanno segnato un calo annuo -2,8%; detto questo, il saldo commerciale è stato positivo, +1,1 miliardi, in forte miglioramento rispetto al 2012.

Alert sull’Italia da Confindustria, con il direttore generale che ha parlato di emergenza liquidità e di credit crunch per le imprese.

Azionario asiatico in calo, con l’indice di riferimento MSCI Asia Pacific che è sceso per il secondo giorno consecutivo: venduti i titoli minerari, sulla scia dei timori secondo cui il rallentamento del Pil cinese metterà a rischio la ripresa economica globale, tagliando la domanda di materie prime e metalli sia preziosi che industriali.

Tra l’altro l’agenzia di rating Moody’s ha proceduto a declassare il rating cinese per l’ennesima volta.

“L’economia cinese si sta dirigendo verso un cammino di crescita meno sostenuta di quanto abbiamo visto nell’ultimo decennio, e ciò significa che è sempre meno un mercato dove investire in modo massiccio e, anche, che siamo in presenza di un’economia che chiederà meno commodities – ha commentato a Bloomberg Nader Naeimi, responsabile dell’allocation degli asset presso AMP Capital Investors – Abbiamo ridotto la nostra esposizione sull’azionario nel breve termine, visto che i dati economici indicano un indebolimento. Il mercato dovrebbe subire una correzione di almeno il 10%”.
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“Tenetevi forti”, avverte fare Evan Lucas, strategist dei mercati presso IG Markets, società che fornisce servizi di trading, situata a Melbourne: “Il sell off sarà forte e indiscriminato, le perdite non risparmieranno nessuno, neanche i titoli difensivi ce la faranno”.

I CONSIGLI OPERATIVI SU INTESA SANPAOLO E SAIPEM DI UPTREND ADVISORY (VEDI GRAFICI

INTESA SANPAOLO mantiene un’impostazione decisamente realzista e sembra aver realizzato un perfetto pullback sulla vecchia linea di resistenza dinamica ora divenuta supporto.

Operativamente rimane un titolo da tenere in portafoglio, magari per target più ambizioso dei precedenti, con un rapporto rischio/rendimento che appare ancora una volta decisamente equilibrato (STOP LOSS 1.175 / TARGET 1.427).

SAIPEM ha vissuto un notevole abbattimento dei corsi dovuto a motivazioni decisamente extra tecniche e sta cercando faticosamente di ricostruire una solida base di appoggio (supporto), capace di proiettarne le quotazioni “quantomeno” a ridosso dell’evidente gap-down rimasto aperto in area 30.

Operativamemte interveniamo su due presupposti grafici che ci sembrano ambedue molto interessanti, ossia una evidente divergenza rialzista su dinamica a 4 ore, accompagnata da un altrettanto evidente supporto dinamico di breve che è appena stato testato con successo per la terza volta in poche settimane.

La tenuta di questo supporto appare ovviamente determinante per le sorti di questo trade, destinato ad essere stoppato in caso di violazione dei minimi dell’anno in area 17.50 o, viceversa, a raggiungere un target minimale in area 29.50 dove si concretizzerebbe la chiusura del sopracitato gap-dow

BTP – Spread Italia-Germania a 10 anni -1,62% a 303,08 punti base, a fronte di tassi a 10 anni in calo -0,61% al 4,30%;

ALL’INTERNO DEL FTSE MIBMonte dei Paschi di Siena osservata speciale dopo che la Guardia di Finanza e i pm di Siena si sono recati nella sede di Bankitalia. Ma il titolo fa +2,25%. Bene anche Pirelli, maglia rosa con +2,46%, Fiat (+2,37%) e Finmeccanica (+2,32%).
In rosso Saipem (-2,55%), A2a (-3,72%), Ferragamo (-3,39%) e Tod’S (-2,78%).

TRA GLI ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro +0,06% a $1,3042; dollaro/yen +0,89% a JPY 97,61. Euro/franco svizzero +0,11% a CHF 1,2152.

Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio -0,97% a $87,85, oro in recupero dopo tonfo +1,10% a 1.376,10.

SPUNTI DAL DESK

Titoli minerari recuperano terreno, giù titoli energetici.

E’ il Giappone la chiave della ripresa globale?.

Nessuno potrà più chiamare l’oro un bene rifugio.

Continua il collasso del Bitcoin.

Futures Usa in rialzo +0,5% dopo tonfo Wall Street nella vigilia.

Fiducia sui bond italiani, dopo buon collocamento BTP Italia.

Brent sotto $100, petrolio WTI al minimo in quattro mesi.

Oro e argento ancora a rischio: il CME alza i margini del 18,5%.

Oro: il peggiore sell off in 30 anni, focus anche sull’argento.