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Borsa Milano chiude negativa, analisi tecnica del Ftse Mib

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NEW YORK (WSI) – Piazza Affari ha sofferto l’effetto Wall Street, con l’indice Ftse Mib che, dopo aver ceduto nei minimi intraday oltre -1%, ha dimezzato le perdite per poi scendere di nuovo nel finale. Il listino ha chiuso in calo -0,89% a 20.706 punti.

Bene i Btp: sul mercato dei titoli di stato lo spread con il rendimento del Bund decennale ha registrato una flessione -1,60% a 142,74 punti circa, a fronte di un tasso in forte ribasso, -4,76% al 2,29%.

Tra i titoli scambiati sul Ftse Mib hanno resistito i bancari, con qualche eccezione: Mps -0,67%, Bper +0,48%, BPM +1,41%, BP +1,72%, Mediobanca +1,76%, Unicredit +0,88%, Ubi Banca -0,60%. Tra i titoli peggiori Cnh Industrial -1,51%, Fiat -2,23%, Mediaset -1,91%, Prysmian -2,18%, Yoox -2,86% e soprattutto Saipem, -4,04%.

In termini operativi, Pietro Piacello, di Uptrend Advisory, scrive che l’area 21.250, in caso di test appare ancora un livello su cui ipotizzare un posizionamento SHORT, con stop strettissimo e, viceversa, target molto ambizioso stimabile in area 19.000″.

Paciello afferma che “solo un pieno recupero di area 21.550 negherebbe lo scenario correttivo in atto e ripristinerebbe un contesto potentemente rialzista che al momento appare ancora poco probabile”. Ancora: “i tempi appaiono maturi per una nuova fase direzionale sui mercati azionari e su Piazza Affari in particolare: le conferme attese a livello tecnico e intermarket non sono però ancora arrivate e la estrema erraticità del listino milanese nella passata settimana oltre a testimoniare quanto sia “manipolabile” il nostro piccolo mercato azionario, evidenzia anche quanto la lotta fra orsi e tori stia diventando sempre più agguerrita”.

In ambito macro, segnali negativi dalla Germania dove il settore delle fabbriche tedesche si è contratto per la prima volta in 15 mesi. Nell’area euro il PMI è sceso ai minimi di 14 mesi, a 50,3 punti.

In seguito alla pubblicazione dei dati, l’euro è scivolato sotto la soglia di $1,26, fino a 1,2586 dollari a tarda mattinata, per poi tornare a riagguantarla nel pomeriggio e chiudere sul dollaro comunque sotto pressione, con -0,14% a $1,2613. La soglia a $1,26 era stata già sfondata al ribasso nella seduta di ieri, sulla scia di speculazioni di un nuovo round di misure di allentamento in arrivo ben presto da parte della Bce. Euro/yen -0,38% a JPY 137,97, dollaro/yen -0,24% a JPY 109,38.

Nella giornata di domani, il Consiglio Direttivo della BCE si riunirà a Napoli: attese nuove misure per combattere la deflazione in Europa.

Filippo A. Diodovich, market strategist di IG Italia, sottolinea che “dopo la deludente prima asta di rifinanziamento al settore bancario T-LTRO (assegnati 82,6 mld di euro, inferiori ai 100 miliardi di euro auspicati), i deboli dati sull’inflazione, le preoccupanti cifre sulla disoccupazione (11,5% ad agosto) e sulla crescita economica nell’Eurozona, i membri della commissione operativa della banca centrale torneranno a discutere sulle possibilità di utilizzare l’ultima arma pesante rimasta nell’arsenale dell’istituto di Francoforte, ovvero il quantitative easing”.

“Continuiamo a credere che non sia ancora arrivato il momento del QE. Draghi utilizzerà toni molto accomodanti, fornendo abbondanti dettagli sulle nuove operazioni di acquisto di cartolarizzazioni. Draghi ha forte interesse a mantenere l’euro molto debole soprattutto rispetto al dollaro. L’eventuale deprezzamento del cambio potrebbe portare infatti a pressioni inflazionistiche che al momento sono fortemente desiderate dal Governing Council”.

Riguardo alle materie prime, i commodities, i sul petrolio +1,82% a $92,82, il prezzo dell’oro +0,24% a quota $1.214,50 l’oncia.

Il mercato azionario attraversa una fase di difficoltà in tutto il mondo, con gli investitori ormai convinti che la Federal Reserve alzerà i tassi prima del previsto, ora che volgono al termine le misure di allentamento monetario.