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Borsa Milano a fondo: -2,10%. Tonfo euro, attacco ai BTP

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MILANO (WSI) – Azionario europeo in calo per la quarta sessione consecutiva, gli smobilizzi colpiscono soprattutto la borsa di Atene, dopo la notizia relativa alla decisione della Grecia di accorpare le tranche di debito che deve onorare all’Fmi in una sola rata, che sarà pagata al 30 giugno. L’indice Ftse Mib cede il 2,10%. Listino peggiore tra quelli dell’Europa occidentale è Atene, che scivola -5%, con i titoli bancari National Bank of Greece, Eurobank Ergasias e Piraeus Bank in calo più del 10%.

Indice europeo Stoxx 600 riduce perdite a -1,4% dopo la pubblicazione del report occupazionale Usa, che però riporta alla luce i timori di un rialzo dei tassi da parte della Fed prematuro. Durante la settimana, il listino ha ceduto -2,7%, riportando le prime due settimane consecutive di perdite da gennaio; la flessione è stata inoltre -6% dal record segnato ad aprile. Indice Dax -1,2%, in ribasso -9,4% dal massimo di aprile; anche Parigi -1,2% circa.

Dal 30 giugno a metà luglio Atene avrà una montagna insormontabile di debiti da pagare. I creditori della troika hanno offerto 10,9 miliardi di nuovi aiuti ma in cambio chiedono altre misure di rigore come un maggiore impegno sull’avanzo primario, un aumento dell’Iva, un taglio alle pensioni e privatizzazioni.

Per Angela Merkel una soluzione alla crisi è ancora lontana e il governo greco sta valutando seriamente l’ipotesi di ricorrere ad elezioni anticipate, piuttosto che rovinarsi la faccia.

Ieri il premier greco Alexis Tsipras ha dovuto riferire davanti a un Parlamento pieno di colleghi di partito infuriati, che gli hanno chiesto di cambiare i termini giudicati troppo severi delle misure di rigore chieste dai creditori internazionali.

Syriza aveva promesso in campagna elettorale che non avrebbe più acconsentito a misure di austerity in un paese in ginocchio tartassato dai debiti e che non cresce più. Il ministro dell’Economia George Stathakis ha detto che Atene non può accettare le nuove condizioni imposte dai creditori.

Tensione sul mercato dei titoli di stato, con lo spread Italia-Germania a 10 anni che si riavvicina a quota 140 punti base con un balzo superiore a +7%. Vendite sui BTP con i tassi decennali che schizzano del 5% al 2,24%, mentre i rendimenti sui Bund avanzano +1,84% allo 0,85%.

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Sul valutario, euro riporta il primo rialzo su base settimanale in tre settimane. Ma nel finale della seduta di venerdì cede in modo sostenuto, -1,17% a $1,1106. Dollaro/yen +0,95% a JPY 125,54. Euro/franco svizzero -0,03% a CHF 1,0485. Euro/yen -0,20% a JPY 139,46. Il dollaro si è rafforzato sulla scia del report occupazionale Usa migliore del previsto, che apre la possibilità a un rialzo dei tassi di interesse già a settembre. [ARTICLEIMAGE]

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Sempre sul fronte macro oggi buone notizie dal manifatturiero tedesco. In Germania gli ordinativi all’industria sono saliti del +1,4% mese su mese in aprile e del +0,5% su base annuale. La Bundesbank nel frattempo ha alzato le stime sul Pil dell’anno in corso all’1,7%, e stima la crescita del 2016 a +1,8%.[ARTICLEIMAGE]

Tra i singoli titoli scambiati sul mercato italiano, Mps perde -3,31%, mentre i diritti segnano un tonfo -9%. Dopo la pioggia di vendite di ieri, con variazioni di prezzo anche superiori alla soglia del 10%, la Consob ha vietato le vendite allo scoperto sulle azioni Saipem. Le azioni oggi rimbalzano del 3,32% per poi ridurre i guadagni a +0,49%. La controllante ENI -0,94%.

Male anche Telecom Italia -2,71%, FCA -3,33%, Finmeccanica -3,11%, Mediaset -4,47% e le banche: Bper -2,22%, BPM -3,31%, BP -2,24%, Intesa -2,67%, Unicredit -2,69%.

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In Asia i mercati hanno perso terrenno sulla scia di quanto visto in Usa, mentre il dollaro è in progresso sull’euro dopo gli ultimi dati sui sussidi di disoccupazione, che hanno rafforzato l’idea che la Federal Reserve finisca per alzare i tassi entro fine anno. L’indice Nikkei ha chiuso a -0,13%.

Tra le materie prime, i futures sul greggio Wti -0,21% a 57,88 dollari al barile. I contratti analoghi sul Brent fanno -0,48% a 61,73 dollari al barile. L’oro -0,54% a 1.168,90 dollari l’oncia, mentre l’argento -0,20% a a 16,07 dollari.

(DaC-Lna)