Economia

BofA: dimenticate i Piigs, 2013 anno della Francia

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news
*Questo documento e’ stato preparato da MPS Capital Services ed e’ rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori qualificati, così come definiti nell’art. 31 del Regolamento Consob n° 11522 del 1° luglio 1998 e successive modifiche ed integrazioni. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

Siena (WSI) – Il dibattito sull’outlook della Francia continua. Gli investitori di Societe Generale sono sempre piu’ preoccupati e i mercati si chiedono se Parigi riuscira’ a risolvere i suoi problemi di competitivita’, sottolineati dall’ultimo editoriale dell’Economist che dipingeva metaforicamente il debito transalpino come una “bomba a orologeria”.

In termini di debiti sovrani, gli investitori dovrebbero stare molto attenti l’anno prossimo, secondo gli analisti di Bank of America/Merrill Lynch. Il mercato – si chiede la banca Usa – continuera’ a guardare alla Francia come un paese semi-core o la percezione cambiera’ e diventera’ un “semi-periferico”?

Le prospettive di crescita sono superiori a quelle dei Piigs, ma mentre Spagna ed Italia hanno avviato i loro processi di riforme, che secondo Klaus Regling, numero uno del Fondo salva stati ESM, sono a meta’ strada, “a rendere i mercati nervosi nel 2013 saranno le incertezze sul destino della Francia”.

Tassi di interesse: chiusura di settimana in negativo per i listini europei. Il calo si è accentuato nel pomeriggio con la pubblicazione di dati Usa deludenti. Poco variati invece gli spread in attesa dell’Eurogruppo di domani. Sembra sempre più probabile che la decisione riguarderà solo le necessità di finanziamento fino al 2014 e non la sostenibilità del debito ed il raggiungimento del target del 120% del Pil entro il 2020, motivo di disputa con il Fmi.

Il membro della Bce Jorg Asmussen in un’intervista a Reuters ha dichiarato che molto probabilmente la Grecia dopo il 2014 avrà bisogno di un altro piano di aiuti. Il capo della Bundesbank Weidmann ha invece affermato che la Grecia potrebbe aver bisogno di una riduzione del debito, ma solo dopo che avrà messo in campo le riforme strutturali necessarie.

Sulla sostenibilità del debito è tornato a farsi sentire il Fmi che attraverso il direttore Christine Lagarde ha dichiarato che sul debito ci deve essere un accordo duraturo che sia valido nel presente e nel futuro, evitando quindi incertezze che causano solo danni all’economia.

Intanto la Banca centrale cipriota in un comunicato ha riportato che sono terminati i negoziati con la Troika sulla ricapitalizzazione del settore bancario. In Spagna il quotidiano El Pais ha riportato che la Commissione europea in una lettera ha invitato Madrid a spendere più soldi nell’occupazione giovanile e meno nel settore delle costruzioni. Secondo la Commissione il tradizionale modello di crescita del paese basato su costruzioni ed altre attività con poco valore aggiunto è ormai alla fine.

La settimana si presenta densa di eventi di rilievo. Domani ci sarà l’Eurogruppo straordinario che si pronuncerà sulla Grecia e poi giovedì la riunione dei leader Ue chiamati a decidere sul bilancio Ue 2014-2020 su cui ci sono diverse forti divergenze, con il Regno Unito orientato ad arrivare anche a opporre il veto se non verranno implementati marcati tagli. Secondo Ft, i funzionari Ue stanno lavorando su un bilancio di lungo termine senza gli Uk. In settimana sono anche attese aste in Spagna su titoli a medio e lungo termine, mentre domenica ci saranno le elezioni in Catalogna.

Negli Usa listini azionari in rialzo, dopo l’incontro tra Obama ed i leader del Congresso da cui è emerso un certo ottimismo sulla possibilità di raggiungere un accordo sul tema del Fiscal Cliff. Tra le ipotesi, la possibilità di arrivare ad un accordo-ponte, rimandando la discussione sui temi più ostici al prossimo anno.

All’interno del listino Apple ha chiuso in positivo dopo aver sfiorato la soglia dei 500$ mentre invece Dell ha chiuso con una perdita di oltre il 7%, dopo aver rivisto al ribasso le stime sul fatturato del quarto trimestre. Sul fronte macro i dati sulla produzione industriale di ottobre hanno registrato un calo mensile, a causa dell’impatto dell’uragano Sandy e dei tagli sulla spesa per investimenti per l’incertezza collegata all’esito dei negoziati sul Fiscal Cliff.

Lockhart, membro votante Fed, ha dichiarato che manovre aggiuntive della Fed saranno necessarie anche in caso di accordo al Congresso sul tema prima citato, aggiungendo di non essere certo che il mercato del lavoro sia su un sentiero di recupero strutturale. Domani è atteso un importante discorso di Bernanke, a circa tre settimana dall’ultimo incontro Fed dell’anno. La settimana si presenta di fatto dimezzata, in vista del ponte lungo in corrispondenza del Thanksgiving di giovedì, che inaugura ufficialmente il periodo delle vendite natalizie.

Valute: moneta unica in apprezzamento vs dollaro, sopra area 1,27. Nella giornata di venerdì, il Presidente della Camera dei rappresentanti ha manifestato ottimismo sul superamento del Fiscal Cliff. Non ha fornito particolari, ma ciò è bastato per far tornare un po’ di ottimismo a Wall Street. Il livello di supporto si colloca oggi ad 1,269, mentre su base settimanale rimane importante l’area 1,26. Yen in marcato deprezzamento in attesa della riunione della BoJ che domani mattina potrebbe annunciare ulteriori misure accomodanti. Il cross vs dollaro è salito ai massimi da fine aprile in prossimità di 81,50. Il primo ministro Noda ha annunciato le nuove elezioni per il prossimo 16 dicembre. Verso euro questa settimana il cross trova un’area di resistenza presso 104-104,60; supporto a 102.

Materie Prime: petrolio in rialzo in linea con l’aumento delle tensioni tra Israele e Gaza. Questa mattina il Brent si colloca poco sotto i 110$/barile. Chiusura di settimana pressoché neutrale per l’oro che continua ad essere acquistato dagli investitori come evidenziato dal nuovo record degli asset detenuti dagli Etf fisici. In calo i metalli industriali e la maggior parte degli agricoli. Secondo la CFTC, gli speculatori stanno continuando a ridurre in misura marcata le posizioni nette lunghe in future portandole ai minimi da inizio giugno. Sono state però aumentate le posizioni rialziste sul petrolio, alla luce probabilmente delle maggiori tensioni geopolitiche.

Copyright © Servizio Market Strategy MPS Capital Services per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved