Dopo mesi di rally, il Bitcoin è tornato ad attirare critiche ai massimi livelli politici, esattamente com’era avvenuto a fine 2017, quando era stato raggiunto il primo storico picco nel valore della criptovaluta. A pronunciarsi in termini piuttosto severi contro la creazione di Satoshi Nakamoto è stata la presidente della Bce, Christine Lagarde, nel corso di un’intervista rilasciata durante un convegno organizzato dalla Reuters.
Sul Bitcoin “deve esserci una regolamentazione”
Il Bitcoin, ha detto Lagarde “è un asset speculativo da tutti i punti di vista, se guardiamo ai recenti sviluppi al rialzo e al ribasso, ha ben poco della moneta, non è una moneta. Ha creato alcuni business divertenti e ha facilitato alcune attività poco oneste”. A proposito di queste ultime, la presidente della Bce ha dichiarato che “deve esserci una regolamentazione” su queste monete e che “questa deve essere applicata e concordata… a livello globale perché se c’è una via di fuga quella fuga verrà utilizzata”.
Se a inizio 2018 affermazioni come queste da parte di alcuni leader mondiali avevano innescato il massiccio crollo del Bitcoin, oggi, 14 gennaio, all’indomani dell’intervento della Lagarde, la criptovaluta per eccellenza sta compiendo uno spettacolare balzo del 14,79%, appropinquandosi di nuovo alla soglia dei 40.000 dollari. Da inizio anno il Bitcoin è in rialzo del 35%. Il rally, tuttavia, è scattato verso la seconda metà di ottobre 2020, portando la criptovaluta dall’area degli 11.000 dollari a quella dei 30.000.
Movimenti di ampiezza tale da far pensare, inequivocabilmente, a una nuova bolla finanziaria in corso di ingrossamento. Anzi, per il capo economista di Bank of America, Michael Harnett, il Bitcoin è “la madre di tutte le bolle” – a prescindere da quanto sia interessante la tecnologia che lo sorregge (la blockchain).
Nel frattempo Lagarde ha dato nuovi segnali sul progetto dell’euro digitale targato Bce, che entro gennaio dovrebbe concludere la sua fase di ricognizione sugli attori coinvolti:
“Penso che l’euro digitale si farà anche se i tempi non saranno immediati, direi in non più di cinque anni, sebbene ancora non sappiamo dove ci porterà l’accelerazione del fintech”, ha concluso Lagarde.