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Draghi colomba a metà, Bce rischia sorpresa inflazione

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Ancora colomba, ma senza quel senso di urgenza di intervenire di prima. Dopo che l’inflazione ha toccato il target del 2% in Eurozona, non è escluso che Mario Draghi potrebbe annunciare presto un ritocco al piano di Quantitative Easing, il programma di acquisti di titoli di Stato e societari da 1.500 miliardi che dovrebbe terminare a dicembre. Così non è stato nella riunione di marzo. Da aprile la portata del bazooka monetario scenderà a 60 miliardi di euro al mese da 80 miliardi, come stabilito dal consiglio direttivo della Banca centrale di Francoforte nella riunione di dicembre.

Anche se i prezzi al consumo sono saliti al 2% in febbraio, toccando il sacro graal delle autorità di politica monetaria, l’indice ‘core’ depurato delle componenti più volatili come cibo ed energia è fermo allo 0,9% e su quello punta Draghi per allentare la pressione dei falchi del board che chiedono una riduzione della mole e durata del QE, ossia l’avvio di un processo di tapering. Oggi la Bce ha deciso di lasciare tassi e QE immutati, ma Draghi potrebbe annunciare alcuni ritocchi al piano, anche perché altrimenti la reflazione potrebbe giocare cattive sorprese.

Sono anche state riviste al rialzo le stime sull’inflazione generale nel 2017 all’1,7% dall’1,3%, pur senza conseguenze sui piani dell’istituto centrale. L’oscillazione dei valori può essere più importante della percentuale toccata, quando si tratta di prezzi al consumo. La Bce, fissata com’è sui livelli di inflazione, rischia di perdere l’importanza degli sbalzi ciclici nei prezzi al consumo e anche sui prezzi alla produzione su base annuale, il cui indice è salito ai massimi di cinque anni (vedi grafico sotto). Pur rimuovendo dalle dichiarazioni introduttive della conferenza stampa di Draghi la frase in cui si prometteva “l’uso di tutti gli strumenti a disposizione”, la Bce continua insomma a premere l’acceleratore su QE. Sui mercati le Borse sono incerte, mentre l’euro si è rafforzato a 1,06 dollari oggi, azzerando i ribassi accumulati durante la settimana.

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