Economia

BCE, aumento dei tassi dello 0,25%: attese rispettate, linea restrittiva più “morbida”

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La Banca centrale europea ha alzato, come ampiamente previsto dagli esperti, il costo del denaro dello 0,25% portando i tassi dell’Eurozona al 3,75%. Scongiurato l’aumento più consistente, dell0 0,5%, ma comunque un segnale chiaro nel proseguimento solo leggermente ammorbidito della linea restrittiva da parte di Francoforte.

Il momento

Il rialzo è in linea con le attese degli analisti che pure non avevano del tutto escluso l’ipotesi di un intervento più consistente e segna un rallentamento rispetto alla velocità con sui si era mossa sinora la BCE. Quello deciso oggi è il settimo rialzo consecutivo, e i tassi della zona euro sono adesso saliti sul livello più alto dal 2008. In meno di un anno il costo del denaro è passato dallo 0% al 3,75%. Un aumento che si ripercuoterà su tutti i prestiti, in particolare per i risparmiatori sui mutui a tasso variabile.

Le motivazioni

“Le prospettive di inflazione continuano a essere troppo elevate da troppo tempo. Alla luce delle perduranti alte pressioni inflazionistiche, il Consiglio direttivo ha deciso oggi di innalzare di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Nel complesso, le informazioni più recenti sono sostanzialmente in linea con la valutazione delle prospettive di inflazione a medio termine condotta dal Consiglio direttivo nella scorsa riunione. L’inflazione complessiva ha registrato una riduzione negli ultimi mesi, sebbene le pressioni di fondo sui prezzi restino intense. Al tempo stesso, i passati incrementi dei tassi di interesse si stanno trasmettendo con vigore alle condizioni monetarie e di finanziamento nell’area dell’euro, mentre il ritardo e l’intensità della trasmissione all’economia reale rimangono incerti”, spiega l’istituto europeo.

Obiettivo 2%

“Le decisioni future del Consiglio direttivo – ha sottolineato ancora la BCE – assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati a livelli sufficientemente restrittivi da conseguire un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine e siano mantenuti su tali livelli finché necessario. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati per determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di riferimento continueranno a essere basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, sulla dinamica dell’inflazione di fondo e sull’intensità della trasmissione della politica monetaria”.

Addio al PAA

I tassi di interesse di riferimento della BCE restano lo strumento principale utilizzato dal Consiglio direttivo per definire l’orientamento di politica monetaria. In parallelo, il Consiglio direttivo continuerà a ridurre il portafoglio del Programma di acquisto di attività (PAA) dell’Eurosistema a un ritmo misurato e prevedibile. Alla luce di tali principi, il Consiglio direttivo prevede di porre fine ai reinvestimenti nell’ambito del PAA a partire da luglio 2023.

Le parole di Lagarde

La numero uno della BCE, in conferenza stampa, ha motivato così le sceltefate : “Le future decisioni del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi ufficiali siano portati a livelli sufficientemente restrittivi per conseguire un tempestivo ritorno dell’inflazione all’obiettivo di medio termine del 2% e saranno mantenuti a tali livelli per tutto il tempo necessario, siamo tutti d’accordo sul rialzo dei tassi. Vediamo una divergenza tra i settori dell’economia. Il comparto manifatturiero sta lavorando con un arretrato di ordini ma le sue prospettive stanno peggiorando. Il settore dei servizi sta crescendo più fortemente, soprattutto a causa della riapertura dell’economia, e visto il calo dei prezzi dell’energia e l’attenuarsi dei rischi legati alle forniture è importante avviare il rientro delle misure per contrastare il caro bollette in maniera tempestiva e concordata”.