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Bazoli nervoso: Report indaga sui finanziamenti di Intesa Sanpaolo a Zaleski e Zunino

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ROMA (WSI) – L’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo è nervoso in attesa della messa in onda dell’ultima puntata di Report di lunedì.

Milena Gabanelli presenterà un servizio sui finanziamenti di Intesa a due finanzieri, Romain Zaleski e Luigi Zunino. I due sono grandi debitori delle banche. Capofila, per entrambi, Intesa San Paolo.

“Hanno ognuno, all’incirca, 2 miliardi di debito”, si legge nella presentazione della puntata sul sito della Rai. “Zaleski è un finanziere francese, di origini polacche, che arriva in Italia perché deve riscuotere un credito da un’acciaieria della Val Camonica, lui la rileva e si stabilisce nel bresciano. Specula in borsa, le banche lo finanziano, nel 2007 fino a 9 miliardi, 2 glieli ha dati Intesa guidata da Giovanni Bazoli“.

Si conoscono nella finanziaria Mittel, di cui Zaleski diventa azionista nel 1996, e Bazoli è stato a lungo presidente. Zaleski nel 2007 ha anche un patrimonio di titoli bancari e quando Intesa si fonde con San Paolo Imi, la Tassara di Zaleski arriva al 5,9% della nuova banca, diventandone il secondo azionista. Nel 2008 crolla, insieme ai mercati finanziari.

“Da allora le banche, da Intesa a UniCredit, gli ristrutturano il credito. Più o meno lo stesso vale per l’immobiliarista Luigi Zunino: nel 2008 aveva più di 3 miliardi di debiti, e la procura di Milano aveva chiesto il fallimento della sua società Risanamento”.

“Ma anche in questo caso – si legge sempre sul sito dell’emittente pubblica italiana – si fa un accordo con le banche che si prendono quote della società e gli iniettano liquidità”. Oggi ha ancora 1,8 miliardi di debito con le banche e vorrebbe riprendersi Risanamento, che ha in pancia immobili prestigiosi a Parigi. Il Banco Popolare è disponibile a rifinanziarlo.

“A coloro invece che non hanno amici nelle banche, chiudono i fidi e di conseguenza devono chiudere le loro imprese. Poi ci sono anche quelli che, con la crisi, comprano a rate. Il credito al consumo ormai serve per mangiare. Ma è difficile sapere quanto si paga di interessi, come è il caso delle carte revolving”.

L’impressione è che la puntata non farà bene all’immagine di Intesa, tanto è vero che l’aver visto il nome suo e della sua società coinvolti, ha spinto – stando a quanto riferito da Dagospia – il manager della banca milano-torinese Bazoli a fare un po’ di chiamate in giro, per verificare che tutto fosse in ordine e non si corressero rischi.