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Banche: Finecobank verso separazione da UniCredit

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Nuovi passi in avanti verso la separazione tra UniCredit e Finecobank. Secondo indiscrezioni riportate dal Sole 24Ore, la banca guidata da Jean Pierre Mustier sta valutando di mettere sul mercato una quota del capitale della propria banca multicanale tramite vendita accelerata.

“L’operazione – si legge sul quotidiano economico –  che dovrebbe essere approvata dal cda in calendario domani – in occasione del quale saranno anche validati i conti del trimestre -, prevede a stretto giro la messa in vendita di una quota significativa della realtà attiva anche nel digital banking e la consulenza finanziaria: a quanto risulta da fonti di mercato, la quota potrebbe aggirarsi tra il 10-15 per cento”.

UniCredit detiene il 35,47% del capitale, una quota che di recente è già progressivamente scesa dal momento che nel 2016 il gruppo guidato dall’ad, Jean Pierre Mustier, aveva ceduto il 20% e poi aveva messo sul mercato un ulteriore 10%.

Conferme in tal senso sono arrivate questa mattina da una nota congiunta delle due banche da cui emerge che i due gruppi hanno approvato “una serie di azioni e procedure” volte ad “assicurare a Fineco di poter operare come società pienamente indipendente dal punto di vista regolamentare, di liquidità ed operativo, anche nel caso di potenziale futura uscita dal Gruppo UniCredit. Tali azioni concordate – si legge in un a nota congiunta – “consentirebbero a UniCredit di cogliere qualsiasi opportunità di mercato, anche nel breve termine, in relazione alla sua quota in Fineco”.

In attesa di maggiori notizie, quello che al momento appare certo è che con un titolo che quota oltre 11 euro, oltre il doppio del valore a cui piazza Gae Aulenti aveva ceduto altre due quote nell’estate 2016, si profila una elevata plusvalenza.

Fineco ha intanto archiviato il primo trimestre con un incremento del 6,1% dell’utile netto rettificato per le poste non ricorrenti a 62,6 milioni. I ricavi – indica una nota – sono saliti dell’1,8% a 158,2 milioni. Il risultato di gestione, sempre rettificato per le poste non ricorrenti (-0,3 milioni netti valutazione al fair value Schema Volontario), ha registrato un incremento dell’1,2% a 92,9 milioni. In linea con l’anno scorso il cost/income ratio, che si attesta al 41,3%.