GENOVA (WSI) – Verso l’atto finale l’aumento di capitale di Banca Carige con il cda che si riunisce per scegliere la nuova proprietà di Creditis e nel frattempo emerge la notizia che i tre grandi detentori di obbligazioni che già avevano partecipato alla conversione dei bond parteciperanno all’aumento per 40 milioni di euro complessivi.
Secondo quanto rivelano fonti finanziarie, Intesa Vita, Generali e Unipol si sono impegnate a sottoscrivere la tranche non in opzione dell’aumento (su 560 milioni, 60 milioni sono riservati, appunto, a chi vuole convertire le obbligazioni senior in azioni) per complessivi 40 milioni.
In cambio Intesa, Generali e Unipol riceveranno una quota che, complessivamente, vale circa il 7% del capitale della futura Carige. L’adesione avverrà attraverso la conversione di una parte dei bond senior che i tre investitori hanno ricevuto in cambio delle loro obbligazioni subordinate nell’ambito dell’lme (liability exercise management). L’aumento di capitale ridisegnerà la mappa dell’azionariato e si configura, come scrive il Corriere della Sera, un ibrido tra un private placement e una ricapitalizzazione tradizionale. I primi 425 milioni verranno finanziati 130 dagli impegni irrevocabili a sottoscrivere da parte dei maggiori azionisti della banca, 110 dagli impegni di Credito Fondiario, dall’acquirente di Creditis e dalla Sga pubblica, 20 da Gabriele Volpi oltre la sua quota, 60 dalla conversione del bond subordinato, 70 dai Malacalza se autorizzati a salire al 28%, 25 da Banca Ifis e 10 da Algebris. Rispetto all’obiettivo complessivo di 560 milioni mancherebbero quindi 135 milioni di euro all’appello. Rimarrebbero fuori, rispetto all’obiettivo complessivo dei 560 milioni, 135 milioni di euro.