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Azionario: indice tedesco Dax, attenzione al buon livello rischio/rendimento

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LEGNANO (WSI) – Dopo le comunicazioni delle decisioni in materia di politica monetaria da parte della Federal Reserve, tra le più dovish degli anni recenti per dirla tutta, e la festività del primo maggio che ha ridotto ieri la liquidità in maniera sensibile, oggi tutti gli occhi sono puntati sulla pubblicazione dei dati sul lavoro negli Stati Uniti che, questi sì, porteranno ad ottima volatilità quanto meno nel brevissimo periodo.

Il FOMC

Un nulla di fatto dunque dopo il meeting del Federal Open Market Committee le cui decisioni sono state comunicate mercoledì sera. Laddove le attese erano non tanto legate a stravolgimenti sostanziali del percorso intrapreso sia in materia di tapering del Quantitative Easing che di forward guidance sui tassi di interesse quanto piuttosto ad un’analisi qualitativa circa appunto lo stato dell’economia USA in relazione ad eventuali tempistiche di intervento, lo statement reso pubblico è stato estremamente dovish e di fatto non ha portato a movimenti particolarmente degni di nota sul mercato.

La Fed ha annunciato un ulteriore taglio di 10 miliardi di dollari al suo asset purchase program, portando di fatto ora a 45 miliardi gli acquisti di titoli di stato e di MBS su base mensile e mantenendo la rotta che dunque vedrebbe coincidere la fine dell’anno con quella del Quantitative Easing 3.

I tassi di interesse sono naturalmente rimasti contenuti nel corridoio 0,00%-0,25%, e la cronaca si può ritenere qui terminata. Il wording è rimasto sostanzialmente invariato, con la reiterazione del fatto che l’attuale target i tassi dei federal funds resta appropriato anche per un considerevole periodo dei tempo dopo che il piano di acquisto titoli sarà terminato. A questo proposito inoltre, è stato riaffermato che la progressiva dismissione delle iniezioni di liquidità non sono comunque un qualcosa di già scontato nel suo sviluppo e che permane fortissima la dipendenza dai dati macroeconomici.

A questo riguardo la Fed ha ribadito che la crescita dell’economia a stelle strisce si può ritenere buona solo da qualche mese, dopo le grandi difficoltà che si sono avute nei mesi invernali per le avverse condizioni climatiche. Beh che dire, davvero nessuno spunto di riflessione da queste comunicazioni e la reazione dei mercati lo ha dimostrato.

Il dollaro americano ha mostrato lievi discese, che poi si sono acuite solo nella giornata ieri salvo poi recuperare, mentre le Borse come era prevedibile hanno trovato nuova linfa per salire con l’S&P500 che si è portato a 1.888 punti non troppo lontano da quei massimi a 1.899 che proprio sulla pubblicazione dei payrolls del mese di aprile era stato raggiunto.

Restano dunque invariati i temi principali, con il biglietto verde che non ha quindi trovato ragioni per essere acquistato/venduto in maniera importante e che dunque resta in posizione globale di debolezza, e i listini azionari che dimostrano che i tempi della famosa discesa strutturale dall’attuale situazione da bolla non sono ancora giunti. Ancora piuttosto incerto l’oro, mentre resta sostenuto l’obbligazionario con il benchmark Bund che ha superato i massimi di aprile e guarda ora ad area 145.

Payrolls e Tasso di Disoccupazione

Come ogni primo venerdì del mese (anche se il secondo giorno del mese è piuttosto atipico) avremo oggi la pubblicazione dello statement da parte del Labour Department of Statistics, il quale mostrerà i nuovi posti di lavoro creati negli Stati Uniti ed il tasso di disoccupazione, oltre che una serie di dati correlati anch’essi di estrema importanza. Le previsioni per quello che concerne i payrolls sono per un incremento di 210mila posti di lavoro, maggiore dunque della release precedente che si era attestato a 192mila unità, con il tasso di disoccupazione stimato ancora in calo al 6,6% dal 6,7% del mese passato.

Come sempre appare piuttosto sterile lanciarsi in previsioni di dati di questo tipo, che a poco servirebbero in ottica operativa. Più utile invece, alla luce anche di quanto emerso dal FOMC, quali potranno essere le eventuali reazione a fronte degli scenari più verosimili per questo pomeriggio. La Fed non ha fatto che confermare quanto era giù più che noto e diventa difficile leggere i dati di oggi in relazione alle ripercussioni sul fronte di politica monetaria; il prossimo meeting del FOMC è lontano nel tempo, a metà giugno.

E’ lecito dunque attendersi una reazione per così dire pura del mercato, nel senso che dati positivi potranno andare a premiare il dollaro americano contro le altre major e contro oro, mentre in principio le Borse potranno tentare nuove salite salvo poi auspicabilmente riallinearsi a movimenti sensati al ribasso. In caso di dati inferiori alle attese naturalmente lo scenario per il dollaro è contrapposto, mentre le salite di Borsa potrebbero rivelarsi più importanti e i massimi storici nel caso dei listini americani non sarebbero un’utopia.

Ricordiamo sempre che da un punto di vista operativo solitamente la primissima reazione dei prezzi, quella per intenderci dei primi minuti, è spesso legata al gap relase NFP/consensus ed il suggerimento più accorto è quello di lasciare scaricare il mercato che torna poi più razionale quando sono i dati nel loro complesso ad essere interpretati, fornendoci la possibilità di operare con volatilità inferiore, con esecuzioni più scevre dal rischio slippage e con la consapevolezza di un aggregato di dati che può essere lucidamente prezzato.

QUADRO TECNICO

EurUsd: la forza intrinseca dell’euro, o debolezza di dollaro americano se la si vuole leggere in questo modo, resta indubbia e la reazione dello scorso mercoledì dopo i dati sull’inflazione Eurozona lo hanno dimostrato. Prima vendite che hanno confermato la grande valenza dell’area di supporto 1,3775/90 e poi i copiosi acquisti fino quasi ad area 1,39. Da qui sono partite delle buone correzioni che ora si propongono il verosimile obiettivo di testare l’importante area di supporto a 1,3850 prima di nuovi possibili risalite con sguardo al primo step di 1,3865 e al secondo a 1,3890. Cedimenti sotto 1,3850 potrebbero invece aprire la strada a 1,3830 e 1,3815, prezzi rientranti nell’hidden gap della risalita velocissima di mercoledì.

UsdJpy: ancora molto congestionato il cambio che continua a muoversi all’interno di 70 pips tra 102 e 102,70. L’affidabile grafico a 8 ore mostra delle buone potenzialità di salita proprio verso quest’ultimo livello, con la possibilità di assistere a strappi rialzisti che dipenderanno dai dati di quest’oggi verso 103,10 e 103,40. Stesso scenario quello leggibile sul grafico a 4 ore. Più tortuoso l’eventuale cammino al ribasso che passerebbe da un arresto del prezzo in ara 102,70 o poco prima in ripresa di 102,35, 102,15 e 101,95. L’area cruciale di 101,30 è quella naturalmente da monitorare in caso di forti vendite conseguenti alla release.

EurJpy: scenario non troppo diverso quello di questo cross, ancora piuttosto confuso. Il quadro tecnico privilegia ancora un’ottica rialzista che sopra 142 potrebbe portare a 142,50. Se il livello di 142 tenesse, sarebbe invece buono il rapporto rischio/rendimento per ricercare un’operatività di breve verso 141,75 per mettere poi lo stop in pari e contemplare ulteriori discese verso 141,55.

GbpUsd: resta dunque sostenutissimo il cable ancora protagonista di buone release macro nella giornata di ieri. Nuovi massimi dunque su livelli che risalgono all’estate del 2009. In intraday ci troviamo ora di fronte ad una correzione assimilabile ad un pennant che potrebbe portare al ritest di area 1,6860 prima di nuove ripartenze verso 1,6885 e naturalmente i massimi a 1,6920. 1,6835 e 1,6815 i livelli raggiungibili in ricopertura degli ampi long.

AudUsd: dopo la grande precisione del cambio apprezzata nei giorni scorsi, e ribadendo che la figura di riferimento resta ancora il canale rialzista tracciabile dai minimi di gennaio e che l’area di supporto che vede proprio tra 0,92 e 0,9250 la confluenza tra livelli statici e il livello dinamico di supporto resta cruciale, il quadro tecnico del cambio è ora decisamente meno chiaro. Ancora una volta resta fondamentale attendersi superamenti di 0,93 per apprezzare nuove ed importanti salite verso 0,9350 e 0,9380. Il grafico a 8 ore e quello a 4 ore mostrano proprio, grazie anche all’ottimo posizionamento delle medie mobili, come sia proprio l’area di 0,93 quella che sta frenando il rialzo del prezzo e che permette ancora di guardare al primo ed importante supporto a 0,9250. Da qui resterebbe comunque ottimo il RR in acquisto.

Ger30 (Dax): buona ancora la tecnicalità dell’indice che ha nei giorni scorsi ha ben raggiunto l’area di resistenza attorno ai 9.625 punti. La tenuta di questo livello e l’impostazione del grafico a 4 ore suggerirebbero delle vendite a questo livello che avrebbero il pregio di presentare un buon risk/reward verso l’area di 9.555 punti. Il grafico orario in questo senso potrebbe sviluppare un’ideale divergenza regolare ribassista prezzo/stocastico. Strappi sopra 9.625 impongono di guardare i massimi ad 9.700.

XauUsd (Oro): scenario ancora controverso quello sull’oro che sul grafico giornaliero ci mostra l’invalidazione della divergenza regolare rialzista tra il prezzo e l’oscillatore stocastico che seguivamo da alcuni giorni. E’ tornata piuttosto forte dunque la pressione ribassista sul metallo giallo che verosimilmente mostrerà grande reattività sui dati di oggi. Sono contemplabili nuovi acquisti comunque in area 1.283 verso in primo luogo 1.290 e guardando a 1.308. Sotto 1.283 come ben leggibile da grafico orario, ancora sensate le vendite verso 1.277 per stop in pari e valutazione di affondi verso quota 1.270 dollari l’oncia.

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