Il premier australiano Malcolm Turnbull, dopo la sfida alla leadership del partito vinta di misura contro il contendente Peter Dutton, ex ministro dell’Interno, è nuovamente accerchiato dall’opposizione interna. Nella giornata di mercoledì 13 ministri del governo hanno rassegnato le dimissioni. Dutton infatti aveva chiesto un nuovo voto di sfida alla leadership (che potrebbe portare il vincitore a ricoprire automaticamente la carica di primo ministro), ma Turnbull ha cercato di prendere tempo invitando lo sfidante a raccogliere le firme dei parlamentari favorevoli a un nuovo voto. La polemica è sfociata nelle dimissioni dei ministri che hanno gettato nel caos gli stessi lavori parlamentari. La situazioni è talmente confusa che è stata prevista la sospensione dei lavori della camera bassa per due settimane.
Il partito liberale guidato da Turnbull, in vista delle elezioni che avranno luogo nel 2019 appare in crisi nei sondaggi: Dutton e l’opposizione interna ritengono che Turbull sia il principale responsabile per il calo dei consensi.
Turnbull ha fatto sapere che lascerà l’incarico solo se i parlamentari del suo partito voteranno in maggioranza per un’altra leadership. “La realtà è che una minoranza del partito, sostenuta da altri al di fuori del parlamento, ha cercato di intimidire gli altri per fare questo cambio di leadership che stanno cercando”, ha detto Turnbull quando ha annunciato che avrebbe chiamato una festa riunione della sala a mezzogiorno del venerdì, se la maggioranza lo richiedesse.
Non ho mai ceduto ai bulli, ma potete immaginare la pressione alla quale sono sottoposte le persone”, ha commentato Turnbull.